La Nuova Sardegna

Olbia

Porto da dragare per le navi da crociera

di Serena Lullia
Porto da dragare per le navi da crociera

L’ultima volta nel 2010. Ok verbale del Governo alle operazioni che porteranno la profondità del fondale a nove metri

28 settembre 2017
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OLBIA. Agli hotel galleggianti serve più spazio tra le onde. Le navi da crociera, affette da gigantismo, hanno bisogno di fondali più profondi per scegliere Olbia come destinazione. Dal 2010 il porto non viene dragato. E a sentire il comandante della Direzione marittima di Olbia, Maurizio Trogu, fresco di un colloquio con il ministro Graziano Delrio, ci sono alte possibilità che il dragaggio venga eseguito già durante la stagione invernale. «A brevissimo partiranno i rilievi batimetrici – spiega il comandante Trogu – per stabilire le quote reali del golfo, fare una discussione sulle quote da raggiungere e i volume dei materiali da dragare. Poi si partirà con la gara». Il direttore marittimo rassicura sulla disponibilità dei fondi, arrivata direttamente dal presidente dell’Autorità portuale Massimo Deiana. «Serviranno poi i tempi tecnici per il progetto esecutivo e per far partire la gara – aggiunge Trogu –. Useremo la stagione invernale per essere pronti per la stagione estiva». Il dragaggio consentirà l’utilizzo di alcuni moli dell’Isola Bianca, come il Bonaria, a oggi sottoutilizzato. «È quanto previsto nel progetto – sottolinea il direttore marittimo –. Questo intervento consentirà l’attracco di navi da crociera molto grandi che oggi non possono entrare. Parliamo di navi che chiedono una batimetrica di nove metri. Noi siamo oggi intorno agli 8,20. Dobbiamo creare un battente di sicurezza. Si valuta di portare tutto a nove metri. In questo modo saremo in grado di far entrare qualsiasi nave da crociera». Lo scorso anno venne livellata la canaletta di ingresso al porto, mentre per l’ultimo dragaggio bisogna tornare indietro di 17 anni.

Le operazioni che porteranno a scavare il porto aprendo la strada a navi da crociera sempre più grandi, riportano di attualità un tema in cui economia e turismo si incrociano con l’ambiente. Il golfo è un fragile ecosistema nel quale convivono tre attività: il traffico delle navi passeggeri, il turismo diportistico e la mitilicoltura. Il dragaggio del porto non a caso è sottoposto a una serie di valutazioni di impatto ambientale. Operazioni necessarie per capire la portata dell’intervento rispetto all’ambiente. Va nella stessa direzione l’allargamento della canaletta, inserita nel Piano del porto fermo a Roma, congelato dal ministero. È elevata la preoccupazione che un intervento di questo tipo possa avere pericolosi effetti sulla salute del golfo.

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