La Nuova Sardegna

Olbia

Droga, giovane in manette gruppo chat sotto accusa

Droga, giovane in manette gruppo chat sotto accusa

L’arrestato sorpreso alla stazione dalla Finanza, barattoli di marijuana in casa Messaggi tra amici nel telefonino per sviare i controlli delle forze dell’ordine

20 ottobre 2017
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OLBIA. La chat creata su Whatsapp e denominata “uomini di m...” aveva uno scopo preciso, per il gruppo: avvertire i componenti, tramite messaggi di testo e vocali, sui movimenti e posti di controllo delle forze dell’ordine. Chiamando, però, i carabinieri “rossoneri”, i poliziotti “laziali” e i finanzieri ”berretti verdi”. Per non lasciare traccia e, soprattutto, per poter agire inosservati. Ma per un giovane di 35 anni, con diversi precedenti penali, il sistema non ha funzionato perché è stato arrestato per traffico di droga dalla guardia di finanza di Olbia, proprio mentre armeggiava col suo cellulare. Ed è stato così che, in un secondo momento, è stata scoperta la chat di gruppo e il modus operandi.

Sono stati i baschi verdi del gruppo di Olbia guidato dal maggiore Marco Salvagno, a bloccare alla stazione ferroviaria Matteo Ghisu, olbiese, di 35 anni. In realtà i finanzieri si trovavano lì per controllare un’altra persona trovata in possesso di modeste quantità di hascisc e cocaina. Ma casualmente i finanzieri hanno notato Ghisu mentre tentava di disfarsi di alcuni grammi di sostanze stupefacenti. Tra l’altro, il giovane, stava per raggiungere la caserma dei carabinieri di Olbia centro perché aveva l’obbligo di firma disposto in seguito alla sua scarcerazione avvenuta pochi giorni prima (per un altro reato).

A quel punto, però, è scattata la perquisizione domiciliare e Matteo Ghisu si è trovato di nuovo nei guai: i baschi verdi hanno infatti recuperato nella sua abitazione alcuni barattoli che contenevano oltre 110 grammi di marijuana e un bilancino di precisione.

Il giovane, al termine dell’operazione, è stato arrestato per traffico di sostanze stupefacenti e adesso si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Sequestrata la droga, i militari hanno quindi concentrato l’attenzione sul telefono cellulare dell’arrestato per capire se potesse servire a raccogliere elementi utili. Così hanno scoperto in che modo i componenti si avvertivano reciprocamente, annunciando campo libero, se in una determinata zona non si trovavano i “rossoneri”, i laziali” o i “berretti verdi”, oppure se c’erano posti di blocco e in quali punti della città le forze dell’ordine stavano facendo i controlli. E’ probabile, ora, che le indagini vadano avanti anche per identificare l’intero gruppo che fa parte della chat. (s.p.)

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