La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, Federalberghi dice no: «Le nuove tariffe sono una follia»

di Dario Budroni
Olbia, Federalberghi dice no: «Le nuove tariffe sono una follia»

Continua la rivolta degli operatori contro l’aumento dell’imposta di soggiorno deciso dalla giunta Nizzi. Ramona Cherchi: «Volevamo il dialogo ma hanno risposto con un blitz»

22 ottobre 2017
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OLBIA. L’idea di accettare l’aumento dell’imposta di soggiorno non passa neanche per l’anticamera del cervello. La risposta degli albergatori all’amministrazione è secca: «Inaccettabile e fuori luogo». E come se non bastasse, si sentono anche presi in giro. «La giunta ha deliberato l’aumento dell’imposta, ma noi lo abbiamo scoperto leggendo il giornale. Altro che dialogo, questo è un blitz» dice Ramona Cherchi, vicepresidente di Federalberghi Gallura. La storia è questa: a luglio il consiglio comunale aveva approvato l’introduzione dell’imposta di soggiorno, che entrerà in vigore il primo novembre, mentre venerdì mattina la giunta Nizzi ha in qualche caso raddoppiato il tariffario. Dal primo gennaio, se il consiglio comunale voterà sì, nei 5 stelle si pagherà non più 3 ma 4 euro in più al giorno, nei 4 stelle si passerà da 1.50 a 3 euro e nelle altre strutture, b&b compresi, 2 euro e 50.

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Imposta contestata. Ramona Cherchi va dritta al punto. «Queste nuove tariffe sono una follia, ci metteranno in ginocchio. Ma non soltanto noi, a farne le spese sarà tutta Olbia - dice -. Perché se noi non riempiamo gli alberghi significa che faremo meno assunzioni e che ci saranno meno turisti in giro, quindi meno persone che acquisteranno nei negozi e che andranno nei bar e nei ristoranti». La vicepresidente della Federalberghi gallurese fa poi un esempio. «A marzo, in un 4 stelle, una camera per due persone costa circa 44 euro. Con questa nuova imposta, costerà 50 euro - continua Ramona Cherchi -. Come faremo a dire ai tour operator che nel 2018 l’imposta sarà raddoppiata? Loro prenderanno e dirotteranno i turisti verso altre località. Ci sarà un tracollo, sarà la rovina».

Albergatori in rivolta. Poi c’è la questione dialogo. «Per tutta l’estate abbiamo chiesto un incontro per parlare dell’imposta che entrerà in vigore a novembre, ma ci è stato negato - continua Ramona Cherchi -. Poi qualche giorno fa, quando alla fine l’incontro c’è stato, al margine della riunione l’amministrazione ha detto che avrebbe voluto aumentare l’imposta. Però non ci avevano mica detto che la cosa sarebbe stata imminente, visto che il giorno successivo la giunta ha votato il nuovo tariffario, senza neanche dircelo. Eppure ci ricordiamo di quando Settimo Nizzi e l’assessore al Bilancio, Michele Fiori, una volta dicevano di essere contro l’imposta di soggiorno».

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Muro contro muro. Se la giunta, dal canto suo, non intende fare retromarcia, gli albergatori fanno altrettanto. «Non possiamo fidarci di chi dice di cercare il dialogo e poi compie un blitz di questo tipo - aggiunge Ramona Cherchi -. Per quanto ci riguarda non accettiamo né l’aumento né il metodo. E ricordiamoci che tutto questo incrementerà il nero, perché in molti andranno a preferire le soluzioni in cui l’imposta non si paga. Inoltre siamo in un periodo in cui la domanda turistica è cresciuta ma che non è stata ancora capitalizzata. L’imposta sarà una mazzata che rovinerà tutto».

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