La Nuova Sardegna

Olbia

Sopralluogo sui terreni da espropriare

di Serena Lullia
Sopralluogo sui terreni da espropriare

I tecnici regionali in via Nervi dove nasceranno le vasche di laminazione. Nizzi: «Progetto contrario alla volontà della città»

07 novembre 2017
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OLBIA. Quattro anni dopo il ciclone Cleopatra la città a ha due piani anti-alluvione. Uno solo sulla carta, uno ancora virtuale. Diversi e paralleli. Da un lato la Regione porta avanti il piano Mancini, già approvato dall’Autorità di bacino e il cui pilastro è la realizzazione delle vasche di laminazione. Due in via Nervi, una all'uscita di via Vittorio Veneto e una di via Barcellona. Oggi i tecnici cagliaritani, insieme alla ditta che ha vinto l’appalto per realizzare carotaggi e analisi, faranno un primo sopralluogo nei terreni privati in cui dovranno essere realizzati i bacini. Dall’altro il Comune ha già assegnato l’incarico a uno studio di ingegneria per plasmare il piano alternativo. Ma oggi in caso di alluvione l’ unico strumento che la città avrebbe per difendersi dall’acqua è il Piano di protezione civile e l’esperienza del 2013.

Carotaggi e vasche. Le vasche di laminazione sono il pilastro del piano Mancini. Sono dei bacini creati per raccogliere l’acqua in caso di precipitazioni abbondanti. Quattro in tutto. Nel dicembre dello scorso anno la Regione aveva assegnato la progettazione da 143mila euro a una associazione temporanea di imprese. «Sulla base di alcune lettere abbiamo saputo che domani (oggi per chi legge ndr) i tecnici della ditta e i funzionari regionali entreranno nei terreni dei privati su cui verranno realizzate le vasche e su cui devono essere eseguiti dei carotaggi – spiega il sindaco Settimo Nizzi –. Operazione che ritengo alquanto dubbia. Quelle aree non sono state ancora espropriate, di conseguenza non si può fare nulla se non c’è il permesso dei proprietari». La Regione sta portando avanti questa operazione dopo aver commissariato il Comune.

Piano bis. Nel frattempo l’amministrazione porta avanti il suo piano anti-alluvione alternativo. La società di Verona, la Technital, si è aggiudicata la gara d’appalto per lo studio di fattibilità. Dalla firma del contratto avrà un mese per presentare indagini di campo e analisi conoscitive. Analisi idrologica e analisi delle alternative. L’ente dovrà esaminare tutti i documenti e approvarli. Entro un altro mese dall’ok del Comune la Technital dovrà presentare la proposta di intervento risultata più efficace dall'analisi dei costi e dei benefici. E siamo solo all’inizio dell’iter. Lo studio di fattibilità, che non è un progetto ma una proposta tecnicamente dettagliata, dovrà transitare in Consiglio comunale e dovrà essere emendata. Solo allora arriverà sul tavolo dell’Autorità di bacino. Se l’organismo lo approverà, il Comune andrà avanti e ppotrà passare alla fase operativa, cioè la preparazione del progetto definitivo da sottoporre alla valutazione di impatto ambientale.

Piani paralleli. Esistono quindi due piani che corrono paralleli, ma in direzione opposte. Le vasche di laminazione del Piano Mancini non sono contemplate nel piano bis, non in quella posizione. Anche il sindaco Nizzi è consapevole che due piani non potranno continuare a correre in modo parallelo all’infinito. «Prima o poi bisognerà arrivare a una fine – commenta il sindaco Nizzi –. Mi domando come si possano fare rilievi e carotaggi nei terreni dei privati che non mi risulta siano stati espropriati. E andare avanti con dei lavori senza che ci sia la Vas, la valutazione ambientale strategica approvata. Di sicuro io dico ciò che ho sostenuto in campagna elettorale. Non sono un tuttologo, ma leggendo lo studio alla base del Piano Mancini ho sempre avuto forti dubbi su un’opera che, per ammissione dello stesso tecnico che lo ha ideato, non toglie completamento il rischio allagamento della città. Noi invece vogliamo la sicurezza piena. Ecco perché abbiamo pensato che la cosa migliore fosse dare incarico a un soggetto terzo di studiare delle proposte alternative. La migliore soluzione per noi è che l’acqua non entri a Olbia. Ma io sono anche un amministratore pubblico e devo rispettare le leggi. La Regione pensa di poter continuare con il Piano Mancini e realizzare la vasche di laminazione? Non ho gli strumenti per impedirglielo. Vada avanti. Arriverà il momento in cui chi ha preso certe decisioni dovrà necessariamente renderne conto».

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