La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, barricate sui terreni da espropriare per il piano Mancini

di Serena Lullia
Nella simulazione, in verde, le aree destinate ad accogliere le vasche di laminazione in via Nervi
Nella simulazione, in verde, le aree destinate ad accogliere le vasche di laminazione in via Nervi

Nelle aree destinate alle vasche di laminazione ci sono delle aziende agricole. La Regione invia 70 tecnici per i carotaggi

11 novembre 2017
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OLBIA. L’accoglienza con caffè, pasticcini e sorriso gentile non è garantita. L’esercito di 70 tecnici autorizzati dalla Regione a entrare nei terreni destinati alle vasche di laminazione potrebbe non essere sempre il benvenuto. L’assessore regionale ai Lavori pubblici Edoardo Balzarini, commissario per l’attuazione delle opere anti-alluvione, ha firmato l’ordinanza che autorizza il personale “a introdursi nelle altrui proprietà” per la ricerca e la bonifica degli ordigni bellici; le attività di sorveglianza e ricerca archeologica; l’esecuzione delle indagini geotecniche e geognostiche. Pronto il cronoprogramma. Si comincia il 27 novembre. I sopralluoghi sono previsti fino al 30.

Vasche al via. Le vasche di laminazione non sono altro che grandi bacini pensati per raccogliere l’acqua in caso di piogge ultra abbondanti. Il Piano del rischio idraulico voluto dall’amministrazione Giovannelli e da sempre criticato dalla giunta Nizzi, ne ha individuato quattro. Due in via Nervi, una in via Vittorio Veneto e una alla fine di via Barcellona. 45 ettari in tutto. Lo Stato le ha finanziate. La Regione, chiamata a dare seguito al programma di lavori, ne ha affidato la realizzazione a una impresa. Il primo lotto del progetto prevede bonifiche e carotaggi sui terreni destinati a essere espropriati per pubblica utilità. Gli oltre 50 proprietari hanno ricevuto una lettera in cui gli viene comunicato che i tecnici entreranno sui loro terreni perché autorizzati. Qualcuno è già pronto a fare le barricate. Alcuni terreni sono a vocazione agricola, altri già arati, altri già seminati. L’idea d vederli perforati per i carotaggi o per la ricerca di ordigni bellici non li rende per nulla felici. Già valutano come impedire i lavori a casa loro.

Il metodo. Il metodo era stato contestato anche dal sindaco Settimo Nizzi. In particolare perché quei terreni ancora non sono stati espropriati. La Regione cita il Testo unico per l’esproprio per pubblica utilità. In base all’articolo 15, i tecnici possono essere autorizzati a entrare nei terreni dei privati.

Opere non condivise. La pensa diversamente il Comitato di salvaguardia idraulica, contrario da sempre alla realizzazione dei 45 ettari di vasche di laminazione. «Le bonifiche, i rilievi, dovevano essere fatti prima che si andasse avanti con il progetto definitivo – commentano dal Comitato –. A chi è solito sostenere che c’era fretta di decidere, ricordiamo che di tempo se ne è perso e se ne perderà dell’altro se non prevarrà, assieme al rispetto delle leggi, il comune buonsenso». Il Comitato ricorda che il Piano con le vasche è oggetto di ricorso al Tar e che la nuova amministrazione ha dato incarico per realizzare un progetto alternativo. «Eppure si vogliono mettere a soqquadro le aziende di molti concittadini e anche qualche abitazione per realizzare delle opere contestate, non condivise e non approvate nel rispetto delle procedure».

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