La Nuova Sardegna

Olbia

Chirurgia, l’sos degli infermieri: «Siamo pochi, servono rinforzi»

Chirurgia, l’sos degli infermieri: «Siamo pochi, servono rinforzi»

Hanno scritto una lettera al direttore della Assl Pierpaolo Pani chiedendo interventi immediati «Da mesi lavoriamo in condizioni critiche, costretti a tour de force per garantire l’assistenza»

22 novembre 2017
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OLBIA. Tre sole parole, nell’oggetto della lettera: “Richiesta di personale”. Sì, perché anche nel reparto di Chirurgia dell’ospedale Giovanni Paolo II, gli infermieri sono pochissimi e lavorano in emergenza. Sono loro stessi (tutti, uniti) ad aver scritto al direttore della Assl di Olbia Pier Paolo Pani. Il disagio che stanno attraversando non è più sopportabile «a causa delle situazioni critiche che si sono create».

In sintesi: gli infermieri di Chirurgia (trenta posti letto occupati sempre al 100%, a cui si aggiunge una stanza per il day hospital) sono in tutto 14. Ma due sono assenti per malattia e due sono in ferie. Questo vuol dire che in questo momento al lavoro sono in 10 (per coprire tutti i turni). «Rinforzi? Zero. L’assurdo è che attualmente in Chirurgia c’è un infermiere in più ancora da formare - spiega Vito Langiu, segretario territoriale della Fsi Usae Gallura - ma rimarrà solo per un mese, sino al 12 dicembre. Premesso che è da tempo che si sollecitano assunzioni a tempo indeterminato, in questo caso specifico avrebbero potuto prendere un infermiere in più per almeno un anno. Si lavora dunque in affanno anche qui, come in tutti i reparti dell’ospedale».

Nella lettera, gli infermieri entrano nei dettagli e scrivono che «la carenza di personale che si protrae da mesi, costringe ad un'attività estenuante e di conseguenza priva di quelle concentrazione e attenzione che sarebbero necessarie per svolgere al meglio le proprie mansioni. Attualmente, proprio per la carenza di personale, se qualcuno di noi si ammala non può essere sostituito. Questo porta a richiamare in servizio chi sta usufruendo del riposo settimanale o delle ferie. A ciò si aggiunge il fatto che un infermiere è costretto a lunga assenza per motivi familiari e il personale di supporto, anch'esso insufficiente, viene spesso convogliato in altre unità operative. Per ovviare alla penuria di risorse, acuendo così un problema già esistente, siamo costretti a turnare con l'ausiliaria, alla quale non competono determinate mansioni. In questi frangenti, noi infermieri sovente ci troviamo costretti ad allontanarci dal reparto con l'ausiliaria stessa, per accompagnare pazienti critici e allettati ad eseguire consulenze o esami radiologici, lasciando l'altro collega di turno a gestire da solo il carico di lavoro. Innegabilmente, in tale contesto, si è costretti a sottoporsi a un tour de force durante il turno di servizio, e a rinunce che rientrerebbero nel pieno diritto, quali poter partecipare attivamente ai corsi di aggiornamento, usufruire delle ferie non godute, beneficiare del giorno libero dopo la prestazione notturna, dal momento che, con la revisione della turnazione, è stato abolito il doppio riposo».

Gli infermieri, in chiusura, hanno chiesto alla dirigenza aziendale una piena collaborazione «per risolvere tutte le problematiche». Ma finora non hanno ricevuto risposta. (s.p.)

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