La Nuova Sardegna

SANTA TERESA. Il primo tentativo nel 2013. Ora il secondo. Il Comune prova a disfarsi del Marina Acquarius, l’edificio di 500 metri quadri a Terravecchia. Non proprio un gioiello di famiglia per il Comune che cerca di venderlo da anni per fare cassa. Il locale commerciale messo sotto sequestro dal giudice a seguito di fallimento, acquistato dal Comune nel 2001 per 815 milioni di lire e gestito per qualche anno dalla Silene, è stato messo all’asta per 931mila euro. Chi vuole fare una offerta, ovviamente al rialzo, ha tempo fino al termine ultimo del 6 febbraio. Tutta la documentazione è stata pubblicata sul sito del Comune. All’asta possono partecipare sia privati che società. Le operazioni di apertura delle offerte avranno inizio il 7 febbraio alle 9,30 in seduta pubblica negli uffici della sede municipale.

Il Marina Acquarius di anno in anno viene inserito nel Piano delle alienazioni comunali, nell’elenco cioè dei beni di proprietà dell’ente di cui può tranquillamente fare a meno e quindi vendere. Ma non sempre è facile trovare acquirenti. Di certo il Marina Acquarius il suo perché ce l’ha anche se l’immobile necessita di un bell’intervento di restauro. La posizione è sicuramente molto ambita. Quando l’amministrazione di Nino Nicoli acquistò il Marina Acquarius si pensava soprattutto ai 5mila metri quadri di terreno che facevano parte della proprietà sul fiordo di Santa Teresa. Il pacchetto immobiliare faceva capo a una una società di servizi, il “Marina Acquarius” di Renzo Ricciardi, un imprenditore lombardo dichiarato fallito dal tribunale di Tempio nel 1995. L’uomo aveva costruito sul porto un manufatto in legno di circa 500 metri quadrati che comprendeva una sala per ristorazione, un angolo bar, alcuni depositi. Le liti per questioni economiche con un ex socio portarono al fallimento dell'azienda e alla messa all'asta.