La Nuova Sardegna

Olbia

I bombardieri devastarono l’intero porto

GOLFO ARANCI. L’inferno gli aerei americani lo avevano scatenato la mattina del 18 giugno 1943. In pochi minuti decine di velivoli avevano sganciato 207 bombe da 500 libbre. Un secondo bombardamento,...

08 gennaio 2018
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GOLFO ARANCI. L’inferno gli aerei americani lo avevano scatenato la mattina del 18 giugno 1943. In pochi minuti decine di velivoli avevano sganciato 207 bombe da 500 libbre. Un secondo bombardamento, poi, qualche giorno più tardi: il 24 giugno. A finire nel mirino il porto, le navi ormeggiate e le diverse strutture militari presenti nel paese e più in generale a Capo Figari.

«L’artigliere Agostino Tornesello, al momento della morte, con tutta probabilità si trovava o in una batteria vicino al porto o in un’altra all’ingresso del paese – ricostruisce l’appassionato di storia golfarancina Massimo Velati –. Durante il bombardamento fortunatamente Golfo Aranci era un posto deserto. La gente si era rifugiata nelle zone di Rudalza e Monte Ruju». Gli unici a combattere contro i caccia bombardieri americani, dunque, i soldati schierati lungo le strutture contraeree in cemento armato. «Sarebbe bello se al monumento dei caduti venisse aggiunto il nome di Agostino Tornesello – continua Velati –. Anche se non si tratta di un golfarancino, stiamo sempre parlando di un soldato morto per difendere Golfo Aranci». Nel giugno del 1943 gli aerei americani avevano colpito anche la vicina Olbia, che però era stata già abbondantemente devastata il 14 maggio dello stesso anno, il giorno prima di San Simplicio. Un massiccio bombardamento che era costato la vita a ben ventidue persone, tutti civili, nonostante la città fosse semi deserta. Lo scorso maggio, proprio in occasione dell’anniversario del bombardamento di Olbia, un appassionato di storia, Chicco Bardanzellu, era riuscito a contattare e riportare dentro la sua trincea Giovanni Griva, classe 1924, sassarese, un ex soldato che dalla zona di Sa Testa, vicino a Pittulongu, aveva abbattuto un aereo americano. Poi Griva aveva ricevuto una targa dal comune di Olbia, durante il convegno «C’era una volta l’albergo Italia e il Chicchiricchi», organizzato proprio per ricordare il bombardamento della città. (d.b.)

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