La Nuova Sardegna

Olbia

Morì sotto le bombe a Golfo Aranci: il nipote ora cerca il luogo di sepoltura

di Dario Budroni
Morì sotto le bombe a Golfo Aranci: il nipote ora cerca il luogo di sepoltura

Il militare Tornesello fu l’unica vittima del raid aereo alleato. Ucciso nel 1943, ancora non è stata individuata la sua tomba 

08 gennaio 2018
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GOLFO ARANCI. Le ultime settimane della sua vita le aveva passate dietro il mirino di una mitragliatrice. Tra le mura in cemento armato di un fortino costruito nei pressi di un porto che bisognava difendere con i denti. E lui, Agostino Tornesello, il porto di Golfo Aranci lo aveva difeso talmente tanto da lasciarci la vita a soli 36 anni. Neanche da morto era riuscito a fare ritorno nella sua lontana Puglia. E ancora oggi i suoi parenti non hanno un lapide dove lasciare un fiore all’antenato scomparso in guerra, nel giugno del 1943, sotto una pioggia di bombe che aveva cambiato i connotati di Golfo Aranci.

Della tomba dell’artigliere, unico militare ucciso sul suolo golfarancino, non c’è alcuna traccia. Si è quindi mosso Davide Stefanelli, il pronipote, che presta servizio nella guardia costiera della Maddalena. Il giovane ha ricostruito gli ultimi mesi della vita del bisnonno con l’aiuto dell’appassionato di storia Massimo Velati, che cura la pagina Facebook «Golfo Aranci nascosta». Ma del giallo manca ancora la soluzione: la tomba non si trova.

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Il caso della vita. Davide Stefanelli, salentino, vive e lavora alla Maddalena dal 2006. «La prima volta che ho messo piede in Sardegna è stato proprio a Golfo Aranci – racconta –. E proprio in quel momento mi sono tornati in mente i racconti di mia nonna. Mi diceva che suo padre aveva perso la vita in guerra in terra sarda, a Golfo Aranci, ma non aveva altre informazioni. Da quel momento, essendo anche un appassionato di storia militare, ho iniziato le mie prime ricerche».

Il giallo della tomba. Dell’artigliere Agostino Tornesello si sa che era nato nel 1907 a Parabita, nel circondario di Gallipoli, e che era in forza al nono Reggimento artiglieria contraerea. Nell’aprile del 1943, in piena seconda guerra mondiale, l’arrivo in Sardegna. Aveva perso la vita il 18 giugno dello stesso anno, durante il bombardamento di Golfo Aranci, nell’estremo tentativo di difendere il porto. Nella sua scheda personale era stato scritto «morto in seguito a ferite riportare in combattimento aereo e sepolto a Golfo Aranci». Ed è qui che comincia il giallo. Nel cimitero del paese non c’è nessuna traccia della tomba dell’artigliere pugliese.

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«Ho fatto alcune ricerche e no, proprio non risulta. E non si trova nulla neanche nel cimitero di Olbia – spiega Massimo Velati –. La mia ipotesi è questa: è possibile che sia stato sepolto in un primo momento a Golfo Aranci, poi magari la salma era stata traslata a Olbia e forse dopo ancora a Cagliari, nel cimitero di guerra». Ma è una ipotesi. Ancora manca un riscontro concreto che spazzi qualsiasi dubbio.

L’orgoglio. A Davide Stefanelli, in attesa di lasciare un fiore sulla tomba del bisnonno, rimangono l’orgoglio e qualche informazione in più rispetto al 2006. «Veniva da una famiglia povera di contadini e ha sempre lavorato per il bene della famiglia – dice –. E questo finché non è stato chiamato alle armi come artigliere al servizio della patria».
 

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