La Nuova Sardegna

Olbia

I carabinieri sulle tracce degli incendiari del bazar

I carabinieri sulle tracce degli incendiari del bazar

Confermata la natura dolosa del rogo scoppiato domenica in via Giordania Pesanti i danni subiti da Antonello Maciocco, titolare del capannone bruciato 

16 gennaio 2018
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OLBIA. Non ci sono dubbi. L’incendio che ha carbonizzato parte della merce del «Gran bazar» è doloso. Lo dicono due elementi: i segni di scasso trovati su una porta del capannone e il fatto che le fiamme siano partite dal centro della struttura, lontane quindi da prese e quadri elettrici. Gli accertamenti alla luce del sole hanno confermato le prime ipotesi fatte domenica sera subito dopo l’incendio. I carabinieri del reparto territoriale di Olbia stanno indagando per fare luce su quanto accaduto in zona industriale. Si cerca dunque di risalire agli attentatori, anche se è ancora prematuro escludere qualsiasi altra pista. Il fatto risale a domenica sera, attorno alle 18. Il «Gran Bazar» di Antonello Maciocco, che si trova in via Giordania nel cuore della zona industriale, era chiuso. Nessuna telecamera di videosorveglianza nei paraggi. Qualcuno si è quindi intrufolato dentro il capannone, scavalcando la recinzione esterna e forzando poi una delle porte della struttura. Il fuoco è stato appiccato al centro del fabbricato e le fiamme hanno distrutto mobili, divani e sedie. Tutta merce in vendita nel «Gran Bazar», che è un grande mercato dell’usato di proprietà di Antonello Maciocco, 36 anni, olbiese. Ora toccherà ai carabinieri cercare di capire esattamente cosa sia successo domenica sera. Sul posto erano intervenuti i vigili del fuoco, a bordo di due mezzi. Per diverse ore i vigili avevano lavorato per spegnere le fiamme e per bonificare la struttura. Il fumo, particolarmente denso, era anche entrato in un’altra area del capannone, utilizzata da Poste italiane come centro di smistamento. Ma in questo caso, per fortuna, nessun tipo di danno. (d.b.)

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