La Nuova Sardegna

Olbia

A fuoco l’auto dell’ex presidente dell’Ilva

A fuoco l’auto dell’ex presidente dell’Ilva

La Bmw di Alessandro Petrucci era parcheggiata nel diving di Punta Tegge. L’avvocato romano è già coinvolto in un’inchiesta

25 febbraio 2018
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LA MADDALENA. Un’altra auto data alle fiamme alla Maddalena. Nel mirino stavolta la Bmw di Alessandro Petrucci, ex presidente dell’Ilvamaddalena, dal 2016 al centro delle cronache giudiziarie. L’auto a due posti, totalmente distrutta dal rogo, si trovava parcheggiata al centro diving a Punta Tegge di proprietà di Carlo Puligheddu, che aveva in custodia l’auto dell’amico Petrucci. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare per un’ora per spegnere le fiamme. Non ci sono conferme, ma con tutta probabilità la natura dell’incedio è dolosa. A svolgere le indagini sono i carabinieri, che stanno cercando di fare luce sul rogo scoppiato nella notte tra giovedì e venerdì. Le telecamere del diving, a causa della pioggia, erano fuori uso. Ma i carabinieri stanno comunque visionando le immagini catturate dal sistema di videosorveglianza di un bar vicino.

Alessandro Petrucci, ex presidente della storica squadra di calcio maddalenina, era finito in manette un anno e mezzo fa perché ritenuto affiliato al clan romano dei Cordaro, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Roma. Erano state sequestrate le quote azionarie della squadra dell’Ilvamaddalena e due locali dell’isola, il Garden e il Mafalda. Secondo gli investigatori, il club sarebbe stato comprato con i proventi dell’attività criminale attraverso l’intermediazione dello stesso Petrucci, diventato presidente della squadra, al quale sarebbero stati versati 190mila euro da impiegare per la gestione della società e per le operazioni di pulitura attraverso il meccanismo delle sponsorizzazioni. Il valore dei sequestri al clan è di oltre 3 milioni di euro. E comprende anche tre appartamenti (uno a Roma, uno a Montecompatri e uno a Rocca Priora), i due locali della Maddalena, decine di conti correnti bancari e libretti di risparmio. Il rogo è solo l’ultimo di una lunga serie. Da poco gli incendiari avevano preso di mira l’ecocentro comunale, poi l’auto di Tino Fara, proprietario di un cantiere, e il peschereccio di Carlo Malleo.(m.b.)

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