La Nuova Sardegna

Olbia

Hotel saccheggiato: per Tempio Libera «ci si è mossi tardi»

di Angelo Mavuli
Hotel saccheggiato: per Tempio Libera «ci si è mossi tardi»

Sui furti all’albergo Limbara la polemica non si placa Liguori: «Meno danni se la giunta fosse stata tempestiva»

13 marzo 2018
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TEMPIO. Si continua a discutere sui presunti furti di attrezzature, mobili, arredi e corredi all’Hotel Limbara: un caso svelato in Consiglio da Alessandra Amic con una interrogazione, durante la quale è stato letto anche lo stralcio di un verbale con l’elenco del materiale scomparso. Tale verbale era stato redatto e portato a conoscenza della giunta, sin dal 26 ottobre scorso, dall’architetto Giancarmelo Serra, dirigente dell’ufficio tecnico comunale e da Marcello Ronchi funzionario dello stesso ufficio. L’interrogazione della Amic, ha avuto, nella sua schietta franchezza, l’effetto di una deflagrazione. I cui risultati però, sia dal punto di vista politico che soprattutto dal punto di vista giudiziario sono attesi con molto interesse. Basati, questi risultati, anche sull’esito delle indagini dei carabinieri che, intervenuti più volte con dei semplici controlli stradali, pare non si fossero resi conto di essere di fronte a possibili furti ai danni del Comune.

Un aspetto importantissimo da districare questo, sia per una questione di giustizia ma anche per la stima e la fiducia che da 194 anni contraddistingue i rapporti della città di Tempio con l’Arma. Politicamente, sulla vicenda, dopo quelli riferiti nei giorni scorsi, oggi, con Monica Liguori, arriva anche l’intervento di Tempio Libera.

«Rileviamo che, nonostante in tempi remoti io avessi svolto una precisa interrogazione a proposito del saccheggio dell’hotel Limbara, la giunta non ha mai inteso approfondire l’argomento e ha ritardato nell’agire. Ha provocato così un danno patrimoniale e di immagine che è sotto gli occhi di tutti. Se Biancareddu e la sua giunta fossero stati più accorti e tempestivi, anziché costituirsi in giudizio soltanto il 10 gennaio scorso, (peraltro solo per “gravi inadempimenti contrattuali”), il danno si sarebbe evitato o limitato. Soprattutto si sarebbe potuto bandire subito la presentazione di un bando volto ad affidare l’immobile e il progetto ad una cooperativa di giovani del territorio. La giunta però, come è suo costume - conclude la Liguori -, non dà peso alle parole della minoranza, ritenendosi superiore alle sollecitazioni che gli provengono, non solo da noi ma dalla gente comune che rappresentiamo. Quella gente che l’esecutivo, alla luce anche della sua ormai risaputa autoreferenzialità, ha deciso di non ascoltare».

Interviene anche la Amic per ricordare che lei «già nel 2015, si era opposta alla delibera in cui l’esecutivo concedeva l’albergo per un affitto di cento euro l’anno». L’argomento è approdato anche sui social con i più disparati commenti.

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