La Nuova Sardegna

Olbia

Caso Simula: pc, tablet e telefono ancora sotto sequestro

Marco Bittau
La postazione di lavoro di Tiziana Simula senza il pc sequestrato
La postazione di lavoro di Tiziana Simula senza il pc sequestrato

La Procura restituisce alla cronista della Nuova Sardegna di Olbia solo carte d'archivio

30 marzo 2018
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OLBIA. La Procura di Tempio ieri mattina ha restituito alla giornalista della Nuova Sardegna Tiziana Simula una parte delle cose sequestrate dalla polizia giudiziaria nel blitz compiuto martedì nella redazione di Olbia. Il procuratore facente funzioni Andrea Garau ha deciso di riconsegnare solo i documenti d’archivio prelevati dalla postazione della cronista, restano invece sotto sequestro il computer, il telefono personale, il tablet e i dispositivi Usb, per i quali lo stesso magistrato ieri ha nominato un consulente tecnico per “accertamenti tecnici non ripetibili”, cioè copiare e analizzare i contenuti in memoria nei dispositivi elettronici.

Gli avvocati difensori Sebastiano Chironi e Antonello Desini che assistono La Nuova Sardegna e la cronista Tiziana Simula hanno già presentato al tribunale del riesame di Sassari un ricorso con istanza di dissequestro di tutti gli oggetti. Una volta di più è chiaro che al procuratore di Tempio che ha iscritto nel registro degli indagati la giornalista Tiziana Simula (l’ipotesi di reato sarebbe rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, come prevede l’articolo 326 del codice penale) non interessa affatto l’esposto presentato dall’ex presidente del tribunale Francesco Mazzaroppi contro l’ex procuratore Domenico Fiordalisi e il pm romano Stefano Rocco Fava, accusati di aver insabbiato un fascicolo d’inchiesta sul fallimento della società “Cavallino bianco srl”.

Non interessa perché l’esposto-bomba è già sul tavolo del procuratore dal primo giorno, visto che a lui è stato consegnato dal firmatario e che sempre lui ha trasmesso alla Procura di Perugia competente per eventuali indagini sui magistrati romani. Al procuratore Garau, piuttosto, interessa conoscere la fonte della notizia, cioè chi ha passato alla cronista la bozza dell’esposto, pubblicata in esclusiva sulla Nuova Sardegna di sabato scorso. La bozza di un esposto, non un segreto d’ufficio. Ma tanto basta al procuratore per indagare la cronista e mandare quattro carabinieri nella redazione di Olbia a perquisire e sequestrare tutto quello che riguarda le inchieste scottanti sul tribunale di Tempio, sempre più palazzo dei veleni. Cioè quello di cui si occupa tutti i giorni (e continuerà a occuparsi) la cronista Tiziana Simula.

Così i carabinieri hanno portato via (e ieri hanno restituito) ricorsi, sentenze, verbali, memorie difensive e ordinanze riguardanti la maxi inchiesta sulle aste pilotate. Oltre naturalmente la bozza del ricorso Mazzaroppi (l’unico documento cartaceo che non è stato restituito). Così la Procura di Tempio: «ritenuto che, a seguito di verifica del materiale sotto sequestro, parte della documentazione si è accertato non essere coperta da segreto ai sensi dell’articolo 329 del codice di procedura penale, atteso che si tratta di atti di varie indagini comunicati agli indagati».

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