La Nuova Sardegna

Olbia

Volontariato al lavoro nell’incertezza totale: «Ridateci l’autonomia»

di Angelo Mavuli
Volontariato al lavoro nell’incertezza totale: «Ridateci l’autonomia»

Sari: «Speriamo che i decreti attuativi vengano rivisti un unico organismo di controllo penalizza le associazioni»

11 aprile 2018
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TEMPIO. «Pur vivendo un momento difficile dal punto di vista normativo, il volontariato non si ferma e continua ad attuare l’azione solidale insita negli statuti specifici associativi». A scriverlo con determinazione è Maria Luisa Sari, referente del Sa. Sol. Point di Tempio, molto attiva in questo settore anche a livello regionale, all’indomani di un incontro durante il quale si è prospettata la possibilità che associazioni di volontariato e studenti delle scuole superiori, possano (dopo corsi di preparazione), svolgere attività di puro volontariato come supporto morale ai pazienti e ai loro parenti nella Rsa di Mantelli.

Il momento difficile di cui parla la referente del Sa. Sol. Point si riferisce all’incognita dei cosìddetti decreti attuativi, fermi in attesa del nuovol Governo, destinati però a tornare quanto prima in aula, dove «gli addetti ai lavori della periferia», sperano vengano rivisti globalmente «restituendo al volontariato - dice la Sari -, la sua primaria natura».

In sintesi, la nuova legge di riforma del Terzo Settore, che sarebbe dovuta entrare un vigore già da gennaio di quest’anno, prevede la cancellazione totale dell’attuale ramificazione territoriale. Questo significa che tutte le risorse che ogni singolo territorio riuscirà a produrre dovranno confluire in un unico organismo nazionale di controllo, composto da appena 13 membri. Organismo che deciderà in solitudine e su basi solo ed esclusivamente burocratiche le sorti del volontariato italiano. Il rischio è che soggetti che hanno poco da spartire con i preziosi valori di gratuità e solidarietà creino le condizioni per emarginare il mondo del volontariato. Composto, in Sardegna, da oltre 1700 associazioni e circa 30 mila volontari. La riforma, se approvata così come la legge prevede, creerebbe una sorta di potere fortemente accentratore che potrebbe distruggere alcune associazioni e spingerne molte altre a trasformarsi in imprese sociali. Con un aggravio notevole dei passaggi burocratici e soprattutto con il rischio che l’idea stessa di volontariato che «è vocazione prima di tutto e al tempo stesso generosa dedizione - dice Maria Luisa Sari -, venga totalmente ignorata. Uno stato di fatto che sulla nostra isola non può essere accettato».

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