La Nuova Sardegna

Olbia

Fuoco in un palazzo, bambina in salvo

di Serena Lullia
Fuoco in un palazzo, bambina in salvo

Un cortocircuito, il rogo, l’esplosione di una bombola. Operaio-eroe porta via la piccola dalla casa in fiamme. Nessun ferito

14 aprile 2018
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OLBIA. Il fumo nero, denso, che avvolge il palazzo. Le fiamme che dal primo piano si arrampicano al secondo. L’esplosione di una bombola che manda nel panico i residenti del condominio di via Marmilla al civico 28 e dei palazzi intorno. Poco dopo le 18,30 un cortocircuito fa partire un incendio all’esterno dell’appartamento di Marco Turnu, dirigente della Cna, e della moglie Luisella. La figlia, la piccola Anna, viene messa in salvo da Simone Carta, olbiese di 49 anni. Lui vive in via Barbagia, ma appena vede il fumo che si solleva dal palazzo si precipita in via Marmilla. Sale nell’appartamento avvolto dal fumo, prende la piccola e solo quando la mette nelle braccia dei vigili del fuoco si abbandona a un pianto liberatorio. Per la bambina di dieci anni solo tanto spavento, ma nessuna ferita. Viene invece trasportata al Pronto soccorso una giovane all’ottavo mese di gravidanza. Per precauzione viene tenuta sotto osservazione tutta la notte. Il suo appartamento si trova al secondo piano e in pochi minuti si è riempito di fumo. Sul posto la polizia locale, i vigili del fuoco, la polizia, i carabinieri e le ambulanze del 118.

L’allarme. Verso le 18,30 un fumo nerissimo si solleva dal primo piano del palazzo. Le fiamme scatenate da un corto circuito esterno all’appartamento della famiglia Turnu raggiungono una delle due bombole che si trovano nel terrazzo. Una esplosione fortissima che fa scattare il panico. Molte persone abbandonano gli appartamenti e scendono in strada. Altre famiglie saranno evacuate dai vigili del fuoco che arrivano in forze nella zona.

L’operaio eroe. Simone Carta è uno dei primi ad arrivare mentre il palazzo è avvolto dalle fiamme. «Non ci ho pensato un attimo quando ho visto il palazzo in fiamme e sono salito con la mamma – racconta l’uomo –. Mentre salivamo per le scale è scoppiata la bombola e siamo caduti a terra. Se non ci fosse stato il muro le fiamme ci avrebbero bruciato. Ci siamo rialzati e siamo andati ad aprire la porta. La signora non riusciva a infilare le chiavi. Una volta dentro ho preso la bambina per mano per farla correre. Come ho visto che non camminava l’ho presa in braccio e siamo usciti. Sono anche caduto con lei in braccio nelle scale. Io pensavo solo a una cosa. Salvare la bambina. Anche io ho una figlia di sette anni. Quando sono uscito fuori ho messo la piccola nelle mani di un vigile del fuoco. Appena la rivedo Annina la abbraccio forte forte».

La ricostruzione. I vigili del fuoco domano le fiamme in poco tempo e fanno evacuare il palazzo. Tra di loro anche i coniugi Valentini, novantenni, che vivono nell’appartamento al fianco di quello andato a fuoco. La causa del rogo è un cortocircuito. Il resto lo fa la bombola del gas per il barbecue nel terrazzo. Un’esplosione fortissima, i pezzi della bombola schizzano in strada. E poi le fiamme alte che raggiungono il piano superiore. I residenti scendono in strada. Gli agenti della polizia locale chiudono i varchi di accesso in via Marmilla per consentire l’intervento dei vigili del fuoco e l’assistenza dei sanitari del 118. Un episodio che poteva avere conseguenze molto più gravi. Alla fine il bilancio è di alcune pareti annerite e alcuni infissi bruciati. In cenere anche le biciclette dei bambini sistemate nella veranda.

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