La Nuova Sardegna

Olbia

il fenomeno 

Cinque anni fa il primo studio con la giunta Giovannelli

OLBIA. Lo spartiacque è stato il 2013. L’anno che Olbia ricorderà per la tragica alluvione del 18 novembre. Qualche mese prima il Comune, allora guidato dal sindaco Gianni Giovannelli, con Carlo...

01 maggio 2018
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OLBIA. Lo spartiacque è stato il 2013. L’anno che Olbia ricorderà per la tragica alluvione del 18 novembre. Qualche mese prima il Comune, allora guidato dal sindaco Gianni Giovannelli, con Carlo Careddu assessore all’Urbanistica, aveva deciso di mettere mano all’annoso problema dell’abusivismo edilizio in città. In Comune ai tempi giacevano oltre 2 mila richieste di condono edilizio. Pratiche stagionate, alcune che invecchiavano negli archivi dell’amministrazione fin dal 1984. Cittadini che attendevano da 29 anni di sapere se la richiesta di condono potesse essere presa in considerazione, se l’abuso potesse essere sanato o dovesse essere abbattuto. L’amministrazione guidata da Giovannelli aveva così deciso di mettere ordine nella foresta dei mattoni invisibili. Metri cubi destinati a uscire dalla clandestinità. Così era stata creata la prima task force con il compito di prendere in esame tutte le pratiche rimaste in sospeso. Da una prima ricognizione se ne calcolarono più o meno 2mila. Accumulate nel tempo, partivano dal condono del 1984, passando per quello del 1999 e arrivando fino a quello del 2004. Richieste sparse un po’ su tutto il territorio, dalle campagne alle coste, dal centro città alle periferie. Quindi la logica della task force torna oggi d’attualità, dopo cinque anni nei quali l’abusivismo edilizio è diventato materia di dibattito pubblico e nelle aule giudiziarie, per analizzare una per una tutte le richieste e mettere ordine in una città cresciuta veloce e senza regole, con ben 17 piani di risanamento. (g.d.m.)

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