La Nuova Sardegna

Olbia

Troppo degrado nel campo rom la cittadella chiuderà il 15 luglio

di Dario Budroni
Troppo degrado nel campo rom la cittadella chiuderà il 15 luglio

Il Comune decide di anticipare la scadenza per mettere fine alla delicata situazione igienico–sanitaria Le famiglie troveranno casa in città. L’obiettivo è favorire l’integrazione con il resto della comunità

01 maggio 2018
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OLBIA. Chiusura anticipata. Troppo degrado nel campo rom di Sa Piana Manna. Per questo il Comune ha deciso di non aspettare al 2020 e di smantellare la cittadella dei nomadi tra poco più di due mesi. Entro il 15 luglio il campo che si trova nella periferia olbiese, lungo il primo tratto della Sassari–Olbia, sarà smontato e bonificato. Il percorso era cominciato circa due anni, visto che l’Unione europea aveva chiesto la chiusura di tutti i campi rom entro il 2020. Un strategia pensata per favorire l’integrazione e mettere la parola fine alla ghettizzazione. In città il percorso è ben avviato ed è portato avanti dall’assessorato alle Politiche sociali, guidato da Simonetta Lai. Adesso c’è anche una delibera di giunta, che fissa la chiusura entro il 15 luglio.

Dal campo alla città. Attualmente nel campo di Sa Piana Manna, aperto nel 2009, vivono poco meno di 300 persone. Tantissimi i bambini. Ora tutte le famiglie dovranno abbandonare le loro casette, dove pagano l’affitto, e trovare una sistemazione in città, comunque in ordine sparso per evitare di ricreare un nuovo ghetto dentro Olbia. C’è chi sta cercando un appartamento in affitto, chi sta acquistando un terreno e chi sta ristrutturando delle vecchie abitazioni.

Troppo degrado. La situazione, all’interno del campo, non è delle più semplici. Come si legge nella delibera di giunta, la raccolta differenziata è poco praticata e non sono rari i casi di inquinamento ambientale. «Dai nostri dati emerge che l’area presenta ormai uno stato di degrado igienico–sanitario e ambientale tale da mettere a serio rischio la salute pubblica della popolazione e la tutela del patrimonio ambientale circostante – si legge nella delibera –. L’assessore alle Politiche sociali ha quindi fornito nuove indicazioni politiche per la chiusura anticipata del campo, proprio in considerazione dello stato di degrado».

Verso l’integrazione. Lo staff dell’assessorato alle Politiche sociali non lascerà soli i rom in questo importante passaggio. Sarà per esempio attivata una progettazione di inclusione attraverso l’accompagnamento e il supporto dell’equipe dei servizi sociali. L’obiettivo è l’integrazione con il resto della comunità olbiese. «Le famiglie si sentiranno più responsabili rispetto alla cura e alla manutenzione di abitazioni e terreni integrati nel tessuto urbano o agricolo – si legge ancora nella delibera –. Il progetto permetterà loro di avviare un percorso di progettazione di vita a medio–lungo termine e la costruzione nel tempo di un senso di appartenenza. E permetterebbe complessivamente un integrazione sociale di valore anche agli occhi della comunità cittadina che li percepirebbe non più come un pericolo ma come concittadini consapevoli dei diritti e doveri». Il Comune non potrà accedere a fondi comunitari, previsti solo per le città metropolitane. Non è da escludere che l’amministrazione stanzi qualche risorsa per facilitare il percorso.

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