LE EMERGENZE
TEMPIO. Sono tutti pronti a emettere ordinanze a rotazione per chiedere la riapertura immediata di Ginecologia e Ostetricia all’ospedale Paolo Dettori di Tempio. E poco importa se il Tar ha sospeso l’...
10 maggio 2018
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TEMPIO. Sono tutti pronti a emettere ordinanze a rotazione per chiedere la riapertura immediata di Ginecologia e Ostetricia all’ospedale Paolo Dettori di Tempio. E poco importa se il Tar ha sospeso l’efficacia di quella emanata da Biancareddu (l’Ats aveva impugnato il provvedimento). I sindaci dell’alta Gallura fanno fronte comune contro il blocco dell’attività del reparto (la chiusura era scattata il 19 aprile scorso per mancanza di medici), vanno allo scontro istituzionale e condividono in pieno l’iniziativa del primo cittadino tempiese Tempio. Tanto che, nel corso di una riunione fiume, hanno appunto deciso di seguire la stessa linea. E’ l’inizio di una nuova e dura battaglia dell’intero territorio in difesa della sanità, nella quale scendono in campo altri dieci sindaci.
Ad annunciarlo, insieme alla sua giunta, durante il secondo incontro che si è tenuto in Comune sull'emergenza sanitaria in corso è lo stesso sindaco Andrea Biancareddu. «Durante un importante vertice all'Unione dei Comuni, il presidente e tutti i sindaci mi hanno autorizzato a riferire che faranno un'ordinanza analoga alla mia chiedendo all'Ats la riapertura del reparto di Ginecologia e Ostetricia». Un atto politico forte che probabilmente seguirà la stessa sorte di quello del sindaco Biancareddu, rimasto inascoltato e contro cui l'Ats farà ricorso, ma con il quale si vuole mandare un messaggio chiaro. «Il territorio è unito e lotterà con tutte le azioni necessarie senza distinzioni di colore politico in nome del bene di un territorio che sta perdendo un importante presidio sanitario. Non solo. Insieme - va avanti Biancareddu - abbiamo chiesto a Moirano di venire a vedere lo stato in cui versa il nostro ospedale. E se non bastasse, siamo pronti anche a recarci insieme a Cagliari nella sede della presidenza della giunta regionale per far sentire la nostra voce e quella dei nostri cittadini». Il sindaco di Tempio ha inoltre chiesto di essere sentito in commissione sanità e ha reclamato una visita urgente della stessa che finora, nonostante le continue richieste, non c'è mai stata.
Intanto la situazione sta precipitando e si registrano ulteriori e forti emergenze all’interno dell’ospedale che vengono evidenziate dagli utenti «e che delineano una strategia a macchia di leopardo e sistematica che punta a portare il nostro ospedale verso una lenta e programmata agonia sino al momento in cui la spina verrà staccata e si avrà il tempo di esalare solo l'ultimo respiro. Non c'è tempo da perdere - chiude Biancareddu - e abbiamo fatto un appello ai cittadini e a tutti gli utenti del Dettori affinché segnalino formalmente attraverso un documento protocollato in Comune i servizi negati e i vari disservizi in modo preciso e puntuale». La battaglia sarà infatti, oltreché politica, anche legale. Il 6 giugno si terrà la prima udienza al Tar sull'ordinanza del sindaco Biancareddu e sono al vaglio degli uffici altre azioni. Ma il territorio è pronto pure a una nuova mobilitazione popolare ed è per questo che l’Unione dei Comuni Alta Gallura chiama a raccolta tutti, affinché si tengano pronti. Alla riunione, erano presenti anche le “Mamme di Gallura” e il comitato organizzativo della scorsa e storica manifestazione del 18 luglio. E proprio il comitato ha annunciato azioni importanti come l'occupazione delle aule consiliari dei comuni in segno di protesta. (s.p.)
Ad annunciarlo, insieme alla sua giunta, durante il secondo incontro che si è tenuto in Comune sull'emergenza sanitaria in corso è lo stesso sindaco Andrea Biancareddu. «Durante un importante vertice all'Unione dei Comuni, il presidente e tutti i sindaci mi hanno autorizzato a riferire che faranno un'ordinanza analoga alla mia chiedendo all'Ats la riapertura del reparto di Ginecologia e Ostetricia». Un atto politico forte che probabilmente seguirà la stessa sorte di quello del sindaco Biancareddu, rimasto inascoltato e contro cui l'Ats farà ricorso, ma con il quale si vuole mandare un messaggio chiaro. «Il territorio è unito e lotterà con tutte le azioni necessarie senza distinzioni di colore politico in nome del bene di un territorio che sta perdendo un importante presidio sanitario. Non solo. Insieme - va avanti Biancareddu - abbiamo chiesto a Moirano di venire a vedere lo stato in cui versa il nostro ospedale. E se non bastasse, siamo pronti anche a recarci insieme a Cagliari nella sede della presidenza della giunta regionale per far sentire la nostra voce e quella dei nostri cittadini». Il sindaco di Tempio ha inoltre chiesto di essere sentito in commissione sanità e ha reclamato una visita urgente della stessa che finora, nonostante le continue richieste, non c'è mai stata.
Intanto la situazione sta precipitando e si registrano ulteriori e forti emergenze all’interno dell’ospedale che vengono evidenziate dagli utenti «e che delineano una strategia a macchia di leopardo e sistematica che punta a portare il nostro ospedale verso una lenta e programmata agonia sino al momento in cui la spina verrà staccata e si avrà il tempo di esalare solo l'ultimo respiro. Non c'è tempo da perdere - chiude Biancareddu - e abbiamo fatto un appello ai cittadini e a tutti gli utenti del Dettori affinché segnalino formalmente attraverso un documento protocollato in Comune i servizi negati e i vari disservizi in modo preciso e puntuale». La battaglia sarà infatti, oltreché politica, anche legale. Il 6 giugno si terrà la prima udienza al Tar sull'ordinanza del sindaco Biancareddu e sono al vaglio degli uffici altre azioni. Ma il territorio è pronto pure a una nuova mobilitazione popolare ed è per questo che l’Unione dei Comuni Alta Gallura chiama a raccolta tutti, affinché si tengano pronti. Alla riunione, erano presenti anche le “Mamme di Gallura” e il comitato organizzativo della scorsa e storica manifestazione del 18 luglio. E proprio il comitato ha annunciato azioni importanti come l'occupazione delle aule consiliari dei comuni in segno di protesta. (s.p.)