La Nuova Sardegna

Olbia

Don Theron teste in tribunale: «Manuel Spano è un generoso»

di Tiziana Simula
Don Theron teste in tribunale: «Manuel Spano è un generoso»

A Roma il processo all’imprenditore olbiese e all’ex gip Vincenzo Cristiano accusati di corruzione  Il parroco in aula ha risposto alle domande della difesa e del pubblico ministero Stefano Rocco Fava 

12 maggio 2018
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OLBIA. Per delineare la personalità di Manuel Spano e parlare della sua generosità, il parroco di San Michele Arcangelo, don Theron Casula, ha raccontato di quando ci fu l’alluvione ad Olbia, nel 2013, e di come, nonostante il nubifragio avesse distrutto la sua azienda, con quel po’ di mezzi rimasti, insieme ai suoi dipendenti, si prodigò per la città mettendosi a disposizione della protezione civile per aiutare la popolazione alluvionata. Il sacerdote ha ricordato le opere di bene fatte dall’imputato alle chiese di San Simplicio e San Michele Arcangelo. «Manuel Spano è noto per la sua generosità», ha detto al giudice, facendo sostanzialmente capire che l’imprenditore olbiese non sarebbe capace di corrompere nessuno.

Don Theron Casula è uno degli otto testimoni della difesa sentiti ieri in udienza nel processo per corruzione che vede imputati l’ex giudice del tribunale di Tempio Vincenzo Cristiano, difeso dall’avvocato Giovanni Azzena, e l’imprenditore olbiese Manuel Spano, assistito dagli avvocati Antonello Desini e Guido Da Tome. Attraverso le lunghe deposizioni dei testimoni, la difesa ha cercato di smontare l’accusa sulle presunte utilità mossa dalla procura di Roma. Rispondendo alle domande dei difensori e del pm Stefano Rocco Fava, i testimoni hanno spiegato alcune circostanze relative a doni o favori che, secondo l’accusa, Spano avrebbe fatto all’allora giudice del tribunale di Tempio. Le utilità contestate sono tre: avergli prestato due furgoni, avergli regalato un computer e averlo aiutato a recuperare la refurtiva rubata a casa sua. Un testimone sentito ieri, socio della pizzeria, ha riferito che i due furgoni erano stati prestati a lui e non a Cristiano, tanto che si sdebitò con lui regalandogli un paio di scarpe pregiate. In merito al computer, un altro testimone ha confermato che si trattò di scambi natalizi, mentre il padre di un pregiudicato ha smontato la tesi del gip di Roma secondo il quale l’imputato aveva legami con la delinquenza olbiese. Il riferimento è a una intercettazione a proposito di un furto subito da Spano, in cui il ladro viene definito “amico tuo”. Il testimone ha spiegato che nel gergo olbiese “amico tuo” significa l’esatto opposto ed era inteso come quello che gli aveva procurato il danno. L’uomo ha riferito di aver infatti risarcito l’imprenditore per il furto che aveva subito da suo figlio, entrato a rubare nel deposito dell’attività di Spano. Tra i testimoni è stato sentito anche il capo dei gip di Roma in quanto l’imprenditore olbiese aveva organizzato “La notte bianca della legalità, e una funzionaria del tribunale di Tempio. Dalle numerose audizioni è emerso come Spano usi abitualmente il termine “compà”, con cui si rivolgeva anche al giudice Cristiano, come emerso dalle intercettazioni.

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