La Nuova Sardegna

Olbia

Alcolisti in trattamento sfrattati dalla Provincia

di Stefania Puorro
Alcolisti in trattamento sfrattati dalla Provincia

Appello dell’associazione “Il Ponte”: segue decine di famiglie, ma perde la sede Turrini e Salerno: «Hanno cambiato la serratura e ci siamo trovati per la strada»

28 maggio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. Quando ha infilato la chiave nella toppa, si è resa subito conto che qualcosa non andava. Qualcuno aveva cambiato la serratura e così, l’Acat Il Ponte, che si occupa degli alcolisti in trattamento, ha perso la sua sede. L’associazione, che da 25 anni opera in città e che nel corso del tempo ha aiutato centinaia e centinaia di famiglie, non ha più un posto in cui stare e, soprattutto, dove organizzare la sua attività. Il fabbricato che nel 2011 la Provincia di Olbia Tempio le aveva assegnato all’interno dell’area dell’istituto agrario, non può più essere utilizzato «perché serve alla scuola - così era stato scritto in una lettera inviata dalla Provincia di Sassari all’associazione lo scorso aprile-. E le esigenze scolastiche hanno la priorità».

Ma non si pensava che a quella lettera, con la quale si davano dieci giorni di tempo per sgombrare il locale, potesse seguire uno sfratto vero e proprio. Invece, il 12 maggio, quando Lina Salerno (socia fondatrice e servitore-insegnante) ha tentato invano di aprire la porta d’ingresso, ha capito che la sede era andata persa. «Ero lì con diverse famiglie con bambini - racconta la Salerno - e non abbiamo potuto svolgere l’incontro programmato. Ma quando si comincia un percorso, non lo si può interrompere così. Questo è un modo per togliere un importante supporto alle famiglie che riuniamo in quella sede, che è anche club. E poi, ovviamente, non bisogna mai trascurare il rischio di ricadute».

«Ma la sede - spiega la presidente Franca Turrini - è importante anche per l’attività di supporto e di coordinamento dei vari club degli alcolisti in trattamento della zona, frequentati faticosamente e con costanza da famiglie che si riuniscono ogni settimana per riuscire a modificare il loro stile di vita e per promuovere un cambiamento della cultura sanitaria e generale della comunità».

«I club - come spiegano la Salerno e la Turrini - vengono coordinati da un servitore-insegnante che è un operatore professionista volontario con formazione specifica in questo campo. Al suo fianco le famiglie. Sempre presenti anche i bambini, visto che vivono il problema dell’alcol quotidianamente nel momento in cui vedono anche solo uno dei genitori bere senza limiti. Il percorso prevede che le famiglie cambino vita, che abbandonino l’uso dell’alcol e che intraprendano un percorso di crescita e maturazione sia dove vivono che dove lavorano. Ma noi ci occupiamo anche di persone che dipendono da sostanze psicoattive e con disturbi psichiatrici. Questo in collaborazione con i servizi territoriali che si occupano di malattie mentali. Il club infatti ha un ruolo importante nella rete sanitaria e sociale del territorio nella quale c’è un perfetto lavoro in sinergia».

Ora, però, l’associazione rimasta senza sede, ha bisogno di aiuto. «Dobbiamo trovare al più presto un locale idoneo che possa ospitarci - dicono le rappresentanti dell’Acat Il Ponte - e per questo ci appelliamo alle istituzioni e ai privati affinché ci diano una mano. In questo momento nei club della Gallura (a Olbia erano 8, ora sono scesi a sei per aver perso la sede; gli altri 3 sono divisi tra Tempio, Calangianus e Arzachena) stiamo seguendo un’ottantina di famiglie. I numeri sono importanti, le richieste di aiuto sono davvero tantissime. Fate in modo che la nostra missione possa proseguire».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sini
Le nostre iniziative