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Sciopero e voli cancellati, l’odissea di un medico: nessuna tutela per i sardi

Sciopero e voli cancellati, l’odissea di un medico: nessuna tutela per i sardi

OLBIA. Diciassette ore per tornare a casa. Alla faccia della continuità territoriale. «Pensavo che in una situazione di disagio come quella di venerdì con voli cancellati e ritardi per via dello...

11 giugno 2018
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OLBIA. Diciassette ore per tornare a casa. Alla faccia della continuità territoriale. «Pensavo che in una situazione di disagio come quella di venerdì con voli cancellati e ritardi per via dello sciopero dei trasporti, i residenti in Sardegna avessero comunque la priorità ad imbarcarsi. Così invece non è stato. I turisti sono stati fatti partire, i residenti, no. Sono stata lasciata a terra. Non c’è nessuna tutela per noi».

E. C. medico di Oristano che lavora nella penisola, racconta la sua odissea: il viaggio di rientro a casa per trascorrere il fine settimana è stato un incubo. Doveva imbarcarsi dall’aeroporto di Milano Linate con Air Italy per Olbia alle 21.20 di venerdì. È riuscita a sbarcare al Costa Smeralda alle 14.45 del giorno dopo.

«Solo all’1.30 di notte, dopo che la partenza era slittata quattro volte, ci hanno detto che sarebbero partiti con quel volo solo 150 passeggeri. A quel punto si sono scatenate scene da Titanic: pianti, urla, imprecazioni. Non so con quale criterio siano stati scelti i 150 passeggeri. Sta di fatto che in 10 sono rimasti a terra. Me inclusa. Turisti con numeri di check-in successivi al mio, sono partiti. Io no. Mi chiedo, ma la continuità territoriale esiste? Esistono realmente dei posti per i residenti in Sardegna? L’illogica scelta dei passeggeri non ha certamente favorito i residenti».

L’odissea continua. Il personale di terra travolto da ritardi, disagi e rabbia dei passeggeri, cerca di gestire l’emergenza e di trovare una soluzione per i 10 rimasti a terra. «Chiama un taxi per accompagnare tre di noi in hotel e gli altri nelle proprie case di Milano – continua il medico –. Ma un’ordinanza aeroportuale vieta l’ingresso di taxi quando l’aeroporto è chiuso. Dopo estenuanti conversazioni tra personale di terra e radio taxi finalmente arrivano le macchine. Riusciamo ad arrivare in hotel alle 3 30. Alle 7. 50 saliamo sul taxi per Venezia per prendere il volo delle 13. 25. Arrivo in terra sarda alle 14.45 di sabato. Ho bruciato una giornata di riposo in aeroporto». (t.s.)



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