La Nuova Sardegna

Olbia

Mucche uccise a Coluccia assolti i quattro imputati

di Tiziana Simula
Mucche uccise a Coluccia assolti i quattro imputati

Palau, a processo i cacciatori che avevano abbattuto i bovini e il coordinatore Erano accusati di non aver rispettato l’ordinanza dell’allora sindaco Pala

16 giugno 2018
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PALAU. Si è concluso con quattro assoluzioni il processo per gli abbattimenti dei capi bovini selvatici a Coluccia, avvenuti nell’aprile del 2015, su ordine dell’allora sindaco di Palau, Francesco Pala. Alla base del provvedimento firmato dal primo cittadino, la pericolosità degli animali. Una trentina di mucche furono soppresse dopo una serie di episodi segnalati nella penisola di Coluccia: incidenti stradali, di cui uno mortale, causati dagli animali inselvatichiti sulla strada Palau-Santa Teresa, escursionisti inseguiti e caricati dai capi bovini. Tre selecontrollori, cacciatori “speciali” incaricati di abbattere gli animali, Andrea Azara e Piero Fresi di Arzachena e Costantino Rozzo, di Luogosanto difesi dall’avvocato Daniela Ungaro, e il coordinatore dei tre selecontrollori, Pierpaolo Maurelli, difeso dall’avvocato Giacomo Serra, erano finiti a processo con l’accusa di non aver osservato l’ordinanza firmata dal sindaco il 16 aprile 2015.

La Procura di Tempio contestava al coordinatore e ai “cacciatori speciali” che effettuarono gli abbattimenti, di non avere rispettato il contenuto del provvedimento. Che prescriveva di «procedere all’abbattimento dei capi bovini alla presenza del personale dell’Asl e della forza pubblica, nonché nella fascia oraria compresa fra le 18 e le 24».

I quattro imputati, invece, avevano soppresso gli animali poco prima delle 7 del mattino e senza attendere l’intervento dei veterinari dell’Asl. L’abbattimento in violazione alle prescrizioni dell’ordinanza, aveva fatto scattare il provvedimento dell’autorità giudiziaria.

Ma nel corso del processo davanti al giudice monocratico del tribunale di Tempio Maria Gavina Monni è emerso dalle parole dei testimoni del pubblico ministero e della difesa che quell’ordinanza non era mai materialmente arrivata nelle mani di Maurelli e degli enti preposti. Gli imputati non erano a conoscenza del suo contenuto. L’abbattimento era avvenuto sulla base delle decisioni che erano state assunte nel corso di una riunione convocata dal sindaco durante la quale si era stabilito che l’intervento dei selecontrollori sarebbe dovuto avvenire con urgenza, la mattina presto o la sera tardi.

Al termine del dibattimento, dopo aver sentito l’ultimo imputato, anche il pubblico ministero nella sua requisitoria ha chiesto l’assoluzione dei quattro imputati.



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