La Nuova Sardegna

Olbia

Museo civitatense la storia della città si scopre in basilica

di Dario Budroni
 Museo civitatense la storia della città si scopre in basilica

San Simplicio, la Diocesi attiva un servizio di visite guidate Don Tamponi: «La chiesa conserva tanti e antichi tesori»

14 luglio 2018
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OLBIA. I turisti si lasciano avvolgere dall’oscurità della basilica. Ammirano colonne e capitelli e si imbattono in una piccola cassetta di legno che contiene ossa umane. Ma saperne di più di questo tripudio di arte e di storia è praticamente impossibile. E così succede che girano i tacchi e si allontanano con poche informazioni immagazzinate nel cervello. Le cose però cambieranno molto presto. La Diocesi ha deciso di raccontare vita, morte e miracoli della basilica di San Simplicio. E questo attraverso il Polo museale civitatense, un museo ecclesiastico che, attraverso delle visite guidate, punta a far conoscere il cuore e la memoria dell’antica città. In questa area ci sono tracce greche, cartaginesi, romane e medievali. Naturalmente grande spazio sarà riservato alla storia della basilica, alla figura del martire Simplicio e alla Diocesi di Civita. Le visite, che prenderanno il via nei prossimi giorni, saranno curate dall’associazione ArcheOlbia guidata da Durdica Bacciu.

Alla scoperta della basilica. Tutto fa parte del sistema museale integrato della Diocesi di Tempio–Ampurias. «Ci apriamo al turismo – spiega don Francesco Tamponi, responsabile dell’Ufficio beni culturali della Diocesi –. L’idea è quella di partire da San Simplicio per raccontare la storia della città. Non dimentichiamoci che qui esistevano un tempio romano e una antica necropoli e che San Simplicio è stato il primo martire dell’isola». Per le visite, aperte a tutti, si paga un biglietto di 4 euro. «Ma sia ben chiaro: è un contributo che si dà a i ragazzi che cureranno le visite, è una sorta di rimborso spese», specifica don Tamponi. «Alla parrocchia non entra nulla. I 4 euro servono anche per rendere più consapevoli i visitatori – aggiunge il parroco, don Giovanni Debidda –. In chiesa, naturalmente, si potrà continuare a venire per pregare. Ma chi lo vorrà, potrà anche seguire la visita». I volontari di ArcheOlbia saranno anche un po’ le sentinelle della basilica. Controlleranno ciò che accade nei dintorni. La piazza, infatti, è costantemente presa di mira da bande di vandali.

Il futuro. Tra gli obiettivi pure quello di comprendere nel Polo museale anche la chiesa di San Paolo. «E inoltre chiederemo al sindaco di affidarci il vecchio cimitero, che si trova vicino a San Simplicio», aggiunge don Tamponi. A Pasqua, invece, il Comune aveva aperto la necropoli di San Simplicio, cioè il museo sotterraneo che comprende tombe romane e una rampa di accesso all’antico tempio di Cerere.

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