La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, il sindaco sul piano anti-alluvione: «No alla Regione, facciamo un referendum»

Serena Lullia
Olbia, il sindaco sul piano anti-alluvione: «No alla Regione, facciamo un referendum»

Nizzi ribadisce il no alla scelta della Regione. L’ingegner Venturini: «La nostra soluzione migliore e meno costosa»

06 settembre 2018
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OLBIA. È riuscito a contenere l’esuberanza dialettica per ore. Nella prima riunione sul Piano Mancini, il sindaco Settimo Nizzi ha ascoltato in prima fila le relazioni dei tecnici della Regione e del ministero che smantellavano il progetto anti-alluvione elaborato dalla Technital. Due vasche di laminazione con un canale scolmatore di 11 chilometri. Ma nel secondo incontro alla Stazione marittima, alla fine della presentazione delle osservazioni al Piano Mancini, è esploso. «Non potete imporci un progetto che non vogliamo – ha detto con le vene del collo grosse come tubi –. Nel rispetto delle leggi farò una dura opposizione perché questa soluzione è sbagliata, come è stata concepita e come è stata realizzata. Danneggia la nostra città e serviranno anni perché i lavori siano ultimati. Fino a quando tutte le opere non saranno finite e collaudate la città sarà ferma. Un danno economico enorme. E ora facciamo il referendum su questo c...o di progetto». Ovazione e applausi.

Il sindaco Nizzi aveva fatto il pieno di rabbia il giorno prima. Quando aveva assistito alla messa in stato di accusa del suo Piano. Giudicato dai tecnici del ministero troppo costoso, 265 milioni di euro e non 151; con un livello di sicurezza inferiore rispetto al Mancini per la presenza di 11 chilometri di galleria chiusa; destinato a sconvolgere l’ecosistema del golfo e con lo sbocco di tutte le acque nel Padrongianus. Con pazienza Nizzi aveva resistito alla tentazione di strappare il microfono agli ingegneri del ministero. Scegliendo di dare la parola al padre del Piano Technital, Simone Venturini, progettista dello scolmatore di Genova sul rio Fereggiano.

Doppia ipotesi. Relazione dettagliata e mai urlata quella di Venturini. Tipico di chi ha padroneggia una materia complessa come l’ingegneria idraulica. «Abbiamo due ipotesi – spiega –. Uno scolmatore da 11 chilometri con una galleria, più 2 vasche di laminazione a Putzolu e l’abbattimento di 20 ponti, non 52 come il Mancini. Con il nostro progetto resta pochissima acqua dentro la città. La parte rilevante, quella delle portate di piena eccezionali, vengono scaricate nel Padrongianus. C’è poi l’ipotesi dello scolmatore con due gallerie senza vasca. Da valutare alla fine dei lavori del secondo lotto, che già avranno messo in sicurezza in parte la città».

Costi. «Non passi l’idea che il nostro progetto costi il doppio di quanto dichiarato – dice Venturini –. Non si può fare il paragone con i costi del Fereggiano. Lì sono state usate microcariche con uno sfondo di 30-50 centimetri alla volta. Operazioni con costi enormi. A Olbia si lavorerebbe sul granito con dinamite. Con spese e tempi più rapidi».

Sicurezza e ambiente. L’ingegnere sottolinea poi come lo scolmatore sia stato pensato per consentire di trasportare fino al mare gli eventuali materiali fluttuanti, grazie alla corrente ad alta velocità al suo interno. Destinato invece a depositarsi in una vasca il materiale arrivato per rotolamento. «Con effetto positivo sul golfo che soffre di problemi di interramento». Chiaro anche sulle casse di laminazione. «Le nostre sono attraversate dal fiume e destinate ad allagarsi una volta ogni 20 anni. Quelle del Mancini sbarrano il fiume e si allagherebbero ogni anno».


 

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