La Nuova Sardegna

Olbia

A nuoto fino a Bonifacio per ricordare i migranti

di Walkiria Baldinelli
A nuoto fino a Bonifacio per ricordare i migranti

Santa Teresa, i catalani Rius e Gonzales fanno parte della Ong spagnola Proactiva: «Un modo per tenere accesi i riflettori sulle operazioni di recupero dei volontari»

17 settembre 2018
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SANTA TERESA. Una bracciata dietro l’altra per ricordare l’obiettivo della Ong spagnola “Proactiva Open arms”: salvare le vite dei migranti in mare. I catalani David Rius e Tony Gonzalez hanno conquistato il primo record della doppia traversata in coppia delle Bocche di Bonifacio.

I volontari dell'associazione non governativa, fondata da Oscar Camps nel 2014, hanno percorso insieme quasi 20 miglia in 11 ore e 15 minuti. Un po' più del previsto, a causa delle correnti marine sono stati costretti a rallentare il ritmo nelle ultime miglia. La passione di nuotare in acque libere è nata un lustro fa per David, 47 anni e Tony, 40 anni. Sono partiti dalla spiaggia di Santa Teresa, la Rena Bianca, per raggiungere quella di Punta Sperone a Bonifacio e compiere il percorso inverso. Il braccio di mare internazionale che separa la Sardegna dalla Corsica è considerato come la più importante palestra da quanti intendono testare la propria resistenza fisica e gareggiare in altre traversate, come quella della Manica. «Oltreché appassionati di questo tipo di sport siamo due volontari della Proactiva Open Arms – raccontano i due recordman di Barcellona –. Abbiamo deciso di compiere questa avventura per ricordare anche le operazioni di recupero dei tanti migranti fatte dai volontari della nostra associazione così come quelle delle altre organizzazioni non governative di tutto il mondo. Prima della partenza, abbiamo dedicato un minuto di silenzio a tutte le vittime nel mare Mediterraneo». Insieme agli atleti c'è anche Noemi, sorella inseparabile di David. «Lo seguo sempre nelle sfide, questa delle Bocche di Bonifacio è stata sicuramente la più importante e insidiosa», dice.

Ha fornito assistenza agli atleti sulla barca di appoggio messa a disposizione dal diving Mediterraneo di Santa Teresa, con a bordo il sempre presente istruttore Tommaso Muntoni. «Quando ho visto nei loro visi lo sforzo e la fatica nel momento in cui alzavano la mano per avere una barretta energetica, il mio pensiero è andato a quei tanti, troppi, migranti che si trovano sperduti in mezzo al mare – sottolinea –. Quando sollevano le braccia in cerca di aiuto e soccorso non trovano altrettante mani porgere loro quella barretta che li può aiutare a sopravvivere. Per capire cosa vivono realmente i migranti abbandonati al loro destino penso che, almeno una volta nella vita, ogni uomo, soprattutto se un politico, dovrebbe trovarsi sperduto nel mare per un'ora, forse ci sarebbe molta più solidarietà umana».

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