La Nuova Sardegna

Olbia

Il sindaco di Tempio: «Referendum-trappola ora ridateci la Provincia»

di Angelo Mavuli
Andrea Biancareddu
Andrea Biancareddu

Andrea Biancareddu: «C’è già una proposta di legge per l’istituzione: devono portarla in Consiglio e metterla ai voti. Così capiremo chi sono i nemici»

23 settembre 2018
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TEMPIO. «La Regione deve ridarci il mal tolto, qualunque altra iniziativa è indice di inefficienza amministrativa». In vista della riunione che ha come tema l’istituzione di una nuova Provincia per la Gallura, convocata a Olbia per domani dal coordinatore Antonio Satta, che vedrà confrontarsi tutti i sindaci galluresi, consiglieri regionali, sindacati, forze sociali e associazioni di varia natura, il sindaco di Tempio Andrea Biancareddu, non cambia idea di fronte a nuove prospettive o progetti di referendum che riguardano “l’istituzione Provincia”. «Ero, sono e sarò un deciso difensore della Provincia Olbia-Tempio, proditoriamente strappataci con un referendum che non voglio definire. Sarò più chiaro. La Provincia deve essere restituita dalla Regione alla Gallura, senza se, senza ma e soprattutto senza agguati o trappole elettorali, come la proposta di un referendum che l’esecutivo regionale, ormai allo sbando e in carenza di ossigeno, vuole attuare esclusivamente per propri fini elettorali». Andrea Biancareddu, padre di quella Provincia Olbia-Tempio della cui istituzione aveva firmato il decreto come assessore regionale agli Enti locali, è un fiume in piena e le recenti proposte arrivate da Cagliari che parlano di referendum per decidere chi vuole nuovamente la Provincia lo fanno imbestialire.

«Si tratta dell’ennesimo affronto alla Gallura della giunta Pigliaru - dice Biancareddu -. La proposta del referendum, che ha ammaliato anche qualche parlamentare gallurese, è solo la foglia di fico per nascondere “le vergogne” dell’esecutivo regionale e dei suoi alleati. Per l’istituzione della Provincia Olbia-Tempio, la giunta regionale non deve indire alcun referendum che, oltre che essere un inutile spendita di denaro pubblico, serve solo come alibi al suo illimitato immobilismo. Per l’istituzione della Provincia Gallura - prosegue con forza Biancareddu -, da tempo esiste già una proposta di legge di due articoli. Abbiano il coraggio di portarla in Consiglio e metterla ai voti. Se viene approvata, in Gallura se ne prenderà atto con gioia, se invece viene bocciata, se ne prenderà ugualmente atto. Con la consapevolezza certa però di capire chi sono gli amici e i nemici del nostro territorio. Qualunque altra proposta, referendum, sondaggi ed elucubrazioni varie servono solo a mascherare i fallimenti dell’esecutivo». Infine l’ultima comunicazione di Biancareddu. «Se malauguratamente la giunta regionale dovesse indire un referendum per l’istituzione della Provincia in Gallura o, ancor peggio, un comizio elettorale per l’elezione del consiglio provinciale di Sassari, con Gallura annessa, il territorio, in entrambi i casi, non andrà al voto. A Sassari, infatti, la Gallura con soli quattro consiglieri, (tanti gliene spetterebbero), varrebbe quanto il due di picche quando l’asso è in tavola».

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