La Nuova Sardegna

Olbia

Niente svolta per il centro il maxi investimento salta

di Angelo Mavuli
Niente svolta per il centro il maxi investimento salta

Il progetto “Turismo a metro cubo zero” non si fa più, gli investitori se ne vanno «Noi abbiamo fatto la nostra parte ma l’amministrazione non ha avuto coraggio»

24 settembre 2018
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TEMPIO. Il progetto Turismo a metro cubo zero, ideato dall’imprenditore Andrea Azara di Arzachena, dall’avvocato Giovanna Cannas di Tempio e dall’investitore internazionale Michele Ragazzi che prevedeva l’investimento privato di venti milioni di euro in meno di cinque anni e l’ingresso della città nell’esclusivo elenco dei Borghi più belli d'Italia, saluta la città.

Ritirato in buon ordine, di fronte al nulla di fatto per il decoro urbano e per il traffico cittadino.

Annuncio pesante. L’annuncio, destinato sicuramente a destare in città una serie di commenti non solo politici, ma anche e soprattutto di carattere sociale ed economico, è stato dato dai due ideatori nel corso di una conferenza stampa durante la quale, con carte topografiche, fotografie di vecchi immobili, grafici, progetti, ed altro ancora, il progetto è stato illustrato nella sua interezza, come mai forse nessun imprenditore ha mai fatto con altri generi di progetti.

Le spiegazioni. «Ci pare doveroso e corretto nei confronti dell’intera città - dicono il geometra Azara e l’avvocato Cannas -, annunciare l’interruzione del Progetto “Turismo a Metro Cubo Zero”, dare spiegazioni, rendere noto quello che è stato il lavoro portato avanti nel corso di un anno e mezzo dal team e infine illustrare quelle che erano le prospettive sociali ed economiche di sviluppo del progetto stesso». Andrea Azara e Giovanna Cannas, parlano serenamente come peraltro è nel loro carattere. Amanti in maniera viscerale della città di Tempio pur non abitandovi, ma per la quale Andrea Azara ha già prestato la sua opera di imprenditore gratuitamente (restauro spazio Faber), i due non si irritano. Lucidamente e con amarezza raccontano l’evolversi dei fatti in quasi due anni di incontri e di «promesse di interventi sul decoro, (posto alla base del progetto) e sulla regolamentazione del traffico urbano, mai mantenute».

La ricerca. Raccontano anche, però, della ricerca, assieme ai collaboratori tempiesi, (l’architetto Luigi Stazza e il geometra Vincenzo Capece), degli immobili più adatti per la realizzazione dell’albergo diffuso. I contattati con decine di proprietari e i laboriosi screening presso gli uffici di riferimento per il reperimento di tutta la documentazione necessaria per l’eventuale acquisto. La relazione dei due ideatori del progetto è serrata, minuziosa, precisa, ragionieristica, ma al tempo stesso asettica, quasi a significare la necessità di esporre i fatti senza l’impulso passionale che l’evolversi negativo dei fatti potrebbe provocare.

Poco coraggio. Assumono, invece, una vena polemica, quando si fa l’elenco degli impegni sul decoro e sul traffico urbano «che gli amministratori comunali non hanno mai avuto il coraggio di mantenere. “on impegni economici nei nostri confronti, mai richiesti - dicono i due -, ma impegni, sul decoro cittadino. Ridotto oggi ai minimi termini e non affrontato mai con la determinazione promessa durante i pochissimi incontri concessici, proprio per mancanza di coraggio. Abbiamo capito che per un progetto che sognava di iscrivere Tempio nell’esclusivo elenco dei Borghi più Belli d’Italia, che richiede un grado altissimo di decoro cittadino, non avevamo trovato né il momento giusto né tanto meno interlocutori coraggiosi e liberi di muoversi».

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