Luras, la povertà nascosta di Mario: «Mi vergogno ma a volte non ho neanche da mangiare»
Sebastiano Depperu
Giovane di Luras si sfoga col direttore del museo Galluras: «Vivo con mia madre, in tasca ho solo 75 centesimi»
27 settembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA
LURAS. Le storie degli ultimi, di chi ha bisogno, a volte si vengono a sapere per caso. Molti per dignità non dicono nulla ma, in certi casi, individuano un confidente, "una persona sicura" alla quale raccontare in proprio disagio. Così è avvenuto al museo "Galluras". Il confidente è il suo direttore Pier Giacomo Pala, chi ha raccontato la sua storia e chiesto aiuto è Mario (nome di fantasia).
I numeri ufficiali sulle persone indigenti, quelli conosciuti dalle associazioni di volontariato e poi inseriti nelle statistiche ufficiali, sono sempre in aumento. In tanti chiedono aiuto. Ma c'è chi lo fa in modo discreto, come è successo a Luras. Ma ci sono tanti Mario, in Gallura, tutti silenti e dignitosi.
A Pier Giacomo Pala si è aperto un mondo che non conosceva. «A Mario, che conosco da tempo, ho chiesto semplicemente: come va?. - racconta Pala -. Lui mi ha subito detto che da molto tempo nessuno non gli poneva questa domanda». Poi Mario ha cominciato a sfogarsi: «Da come vesto, da come ancora riesco a lavarmi, dal mio sorriso sempre pronto e disponibile, dalle mie solite battute che scambio con chi mi rivolge la parola o il saluto, nessuno può immaginare il mio stato. Sono uscito adesso da casa di mia madre per andare a comprare le medicine per lei. Ma non vado in farmacia. Non possiedo i soldi per comprare le medicine per mia madre. I soldi della pensione di mia madre sono ormai finiti da qualche giorno. E io non ho un lavoro. Ho in tasca tutto il denaro che posseggo: 75 centesimi».
Una storia drammatica, che ha lasciato Pier Giacomo Pala senza parole. Non immaginava che Mario vivesse una situazione così triste, così tremendamente difficile, « Non tutti i giorni ho da mangiare - ha aggiunto Mario -. La scorsa settimana per due giorni sono rimasto a digiuno. Non riesco a capire se vivere, o meglio sopravvivere in questo stato, ne valga la pena». Da quel momento Pier Giacomo Pala si è commosso. La storia di Mario lo ha colpito nel cuore: «Vi dico solo che abita in zona, nei giorni scorsi gli ho portato una bombola e la mamma si è messa a piangere. Da quando so la loro storia cerco di aiutarli. Alcuni mi danno una mano. Ad altri ho chiesto qualcosa». Pier Giacomo Pala si offre di fare da intermediario a chi vorrà aiutare Mario e la sua famiglia, sempre con discrezione. Sempre in silenzio. E’ uno dei casi di povertà nascosta che vanno rispettati, ma di fronte ai quali non si può rimanere indifferenti.
I numeri ufficiali sulle persone indigenti, quelli conosciuti dalle associazioni di volontariato e poi inseriti nelle statistiche ufficiali, sono sempre in aumento. In tanti chiedono aiuto. Ma c'è chi lo fa in modo discreto, come è successo a Luras. Ma ci sono tanti Mario, in Gallura, tutti silenti e dignitosi.
A Pier Giacomo Pala si è aperto un mondo che non conosceva. «A Mario, che conosco da tempo, ho chiesto semplicemente: come va?. - racconta Pala -. Lui mi ha subito detto che da molto tempo nessuno non gli poneva questa domanda». Poi Mario ha cominciato a sfogarsi: «Da come vesto, da come ancora riesco a lavarmi, dal mio sorriso sempre pronto e disponibile, dalle mie solite battute che scambio con chi mi rivolge la parola o il saluto, nessuno può immaginare il mio stato. Sono uscito adesso da casa di mia madre per andare a comprare le medicine per lei. Ma non vado in farmacia. Non possiedo i soldi per comprare le medicine per mia madre. I soldi della pensione di mia madre sono ormai finiti da qualche giorno. E io non ho un lavoro. Ho in tasca tutto il denaro che posseggo: 75 centesimi».
Una storia drammatica, che ha lasciato Pier Giacomo Pala senza parole. Non immaginava che Mario vivesse una situazione così triste, così tremendamente difficile, « Non tutti i giorni ho da mangiare - ha aggiunto Mario -. La scorsa settimana per due giorni sono rimasto a digiuno. Non riesco a capire se vivere, o meglio sopravvivere in questo stato, ne valga la pena». Da quel momento Pier Giacomo Pala si è commosso. La storia di Mario lo ha colpito nel cuore: «Vi dico solo che abita in zona, nei giorni scorsi gli ho portato una bombola e la mamma si è messa a piangere. Da quando so la loro storia cerco di aiutarli. Alcuni mi danno una mano. Ad altri ho chiesto qualcosa». Pier Giacomo Pala si offre di fare da intermediario a chi vorrà aiutare Mario e la sua famiglia, sempre con discrezione. Sempre in silenzio. E’ uno dei casi di povertà nascosta che vanno rispettati, ma di fronte ai quali non si può rimanere indifferenti.