La Nuova Sardegna

Olbia

Il sindaco alla Provincia: «Lo faccia gestire a noi»

di Dario Budroni
Il sindaco alla Provincia: «Lo faccia gestire a noi»

Nizzi vuole la riapertura: «Pronti a investire i soldi, ma dovrà restare al Comune» L’oasi verde è chiusa ormai da quasi 4 anni. Le strutture sono preda dell’incuria

07 ottobre 2018
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OLBIA. Il cancello è chiuso a chiave da quasi quattro anni. E dentro lo scenario è sempre il solito: altalene semidistrutte, porte sradicate, erbacce che crescono incontrollate. Il parco fluviale del Padrongianus sembra avere l’aspetto di un fiore appassito. E il problema è che all’orizzonte non si intravede nessuna svolta. L’ente proprietario del parco, cioè la Provincia, dall’inverno 2015 non ha più i soldi per poterlo gestire. Il Comune, nel 2016, lo aveva quindi ricevuto in comodato d’uso per 10 anni con l’obiettivo di riattivare la struttura. Cambiata la giunta, il sindaco Settimo Nizzi aveva invece chiesto alla Provincia di poterlo gestire praticamente per sempre. La Provincia ha detto no e quindi il Comune lo ha restituito perché aveva giudicato l’operazione per nulla conveniente. Di conseguenza il parco fluviale, che per anni ha rappresentato un punto di riferimento per tantissime famiglie, resta fatalmente chiuso. Adesso tutto è in rovina. Il tempo e l’incuria hanno agito con violenza e i vandali hanno fatto il resto. Il sindaco Settimo Nizzi, comunque, crede ancora nel rilancio del parco fluviale. Ma pretende che la Provincia lo dia in gestione al Comune senza limiti di tempo. «Ci dispiace davvero, perché quel parco è davvero bello – commenta Nizzi –. Ma noi non possiamo investire milioni di euro in un qualcosa che tra 10 anni non sarà più nostro. La Provincia ce lo deve dare, anche per sempre. È l’unica soluzione».

Parco chiuso. Il parco fluviale, 33 ettari di puro verde, era stato inaugurato nel 2009 dalla provincia Olbia–Tempio. Sulle sponde del fiume Padrongianus erano state realizzate piccole strutture per bambini e per attività legate all’educazione ambientale. Qui era anche possibile fare diverse escursioni a piedi, in bici e in canoa. Nel 2015, invece, la Provincia gallurese, ormai avviata verso la scomparsa, si era trovata costretta a chiudere il cancello per mancanza di risorse. E così il Comune, attraverso l’allora assessore all’Ambiente Giovanna Spano, aveva chiesto in comodato d’uso il parco per 10 anni. L’obiettivo era riaprire l’oasi e garantire una gestione comunale, visto che la provincia Olbia–Tempio, che nel frattempo è tornata sotto Sassari, non riusciva a spendere più 130mila all’anno per l’apertura.

L’appello di Nizzi. Nel 2016, dopo la vittoria delle elezioni, Settimo Nizzi si era ritrovato con un parco da gestire per 10 anni. «Quella soluzione non ci ha mai convinto – spiega Nizzi –. Abbiamo quindi chiesto alla Provincia di cederci il parco fluviale per molti più anni oppure a titolo definitivo. Il problema, però, è che la Provincia non ha accettato. Quindi noi ci siamo trovati costretti a restituire il parco. Mi dovranno spiegare che cosa se ne fanno, visto che è chiuso e abbandonato a se stesso». Il ragionamento del sindaco è questo: «Per riavviare e gestire il parco ci vogliono non poche risorse. Noi siamo anche disponibili a investire milioni di euro, perché stiamo parlando di un luogo molto bello e amato dai cittadini. Però non possiamo spendere tutti quei soldi se tra 10 anni il parco tornerà alla Provincia. Lo ripeto, noi il parco possiamo gestirlo. Ma dovrà restare di nostra proprietà».

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