Quattro morti nell’alluvione, in aula i testi
Arzachena, la famiglia brasiliana Passoni era annegata in uno scantinato nel nubifragio del 2013
11 ottobre 2018
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ARZACHENA. È ricominciato ieri davanti al giudice Camilla Tesi il processo a carico dell'imprenditrice di Biella, Nicolina Poggianti, 70 anni, accusata di omicidio plurimo per la morte dei quattro componenti della famiglia italo brasiliana Passoni, padre, madre e due figli, annegati nello scantinato di una villetta dove vivevano, durante l’alluvione del 18 novembre 2013. La Procura contesta alla donna di averli ospitati in locali privi di abitabilità.
Il procedimento era stato avviato da un altro giudice e ieri è ricominciato davanti al nuovo, con l’esame di tre testimoni dell’accusa. La drammatica giornata di morte è stata ripercorsa da due marescialli dei carabinieri che si erano mobilitati insieme alla macchina dei soccorsi recandosi prima nei punti dove il Rio San Giovanni era straripato e, poi, nello scantinato dove abitava la famiglia Passoni. I locali erano stati svuotati con le idrovore e i corpi delle quattro vittime erano stati ritrovati il giorno seguente. Il terzo testimone ha riferito in aula che sapeva che gli affari della famiglia Passoni erano andati male e per questo nel giro di un mese e mezzo avrebbero fatto rientro in Brasile. Non avevano soldi per pagare l’affitto ed erano stati ospitati provvisoriamente nello scantinato dalla proprietaria della villetta che neanche li conosceva.
Il processo proseguirà il 17 gennaio con l’esame dei testi a difesa. L’avvocato Merlini, difensore di Nicolina Poggianti, ha annunciato che per quella data presenterà un dossier con atti relativi al processo dell’alluvione di Olbia per dimostrare che le condizioni atmosferiche di Arzachena erano drammatiche quanto quelle di Olbia e che il rio San Giovanni era straripato per l’eccezionalità dell’evento climatico. La difesa valuterà anche l’eventuale necessità di una perizia. (t.s.)
Il procedimento era stato avviato da un altro giudice e ieri è ricominciato davanti al nuovo, con l’esame di tre testimoni dell’accusa. La drammatica giornata di morte è stata ripercorsa da due marescialli dei carabinieri che si erano mobilitati insieme alla macchina dei soccorsi recandosi prima nei punti dove il Rio San Giovanni era straripato e, poi, nello scantinato dove abitava la famiglia Passoni. I locali erano stati svuotati con le idrovore e i corpi delle quattro vittime erano stati ritrovati il giorno seguente. Il terzo testimone ha riferito in aula che sapeva che gli affari della famiglia Passoni erano andati male e per questo nel giro di un mese e mezzo avrebbero fatto rientro in Brasile. Non avevano soldi per pagare l’affitto ed erano stati ospitati provvisoriamente nello scantinato dalla proprietaria della villetta che neanche li conosceva.
Il processo proseguirà il 17 gennaio con l’esame dei testi a difesa. L’avvocato Merlini, difensore di Nicolina Poggianti, ha annunciato che per quella data presenterà un dossier con atti relativi al processo dell’alluvione di Olbia per dimostrare che le condizioni atmosferiche di Arzachena erano drammatiche quanto quelle di Olbia e che il rio San Giovanni era straripato per l’eccezionalità dell’evento climatico. La difesa valuterà anche l’eventuale necessità di una perizia. (t.s.)
