La Nuova Sardegna

Olbia

Demanio, tesoro da valorizzare

di Walkiria Baldinelli

La Maddalena, oggi la seconda giornata del convegno a cui partecipano anche esperti nazionali

20 ottobre 2018
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LA MADDALENA. Riflettori puntati sul crollo del ponte Morandi di Genova nel convegno nazionale “Insularità e demanio”. Nel panorama italiano delle concessioni la tragica vicenda si trasforma in un monito per chi è chiamato a vigilare in modo costante sui beni demaniali. Ed emerge forte l’esigenza di rivedere le regole delle concessioni. «Per cambiare rotta occorre un punto di convergenza tra l’interesse pubblico e quello privato – dichiara nel salone consiliare della Maddalena, Francesco Lombardo, viceprocuratore generale della Corte di Conti e componente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici –. Altrimenti creiamo solo rendite di posizione, quelle che poi fanno crollare i ponti. E a posteriori ci fanno dire che non si può dare una concessione di 50 anni allo stesso richiedente. Ci vuole una rotazione, bisogna stabilire un termine dell’appalto. La concorrenza non deve essere ingessata. Per tarare un appalto occorrono regole legate alle esigenze di chi fa l'investimento, ma anche di chi è chiamato a vigilare su un bene di interesse pubblico». Nella città della Maddalena, luogo in cui il termine demanio trova tutte le sue declinazioni, da quello statale a quello militare e regionale, arriva il convegno che cerca di fare chiarezza sui modi in cui far dialogare le parti. E tessere un filo rosso per punti sulla valorizzazione oltre che sulla conservazione. Nel corso della prima sessione di studio (la seconda oggi dalle 9,30 moderata dal direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa) si è parlato anche di servitù militari, argomento delicato e molto sentito in particolar modo in Sardegna. Per il 2018 il Governo prevede proventi dalle vendite di immobili pubblici per 600milioni di euro, tra asset di amministrazioni centrali, locali ed enti di previdenza. «Negli Stati Uniti la Difesa costruisce opere pubbliche anziché elargire indennizzi alle comunità che ospitano le basi militari», dice Massimiliano Molinas, capo ufficio infrastrutture per la Sardegna della Marina militare. Una constatazione che non trova riscontro in Italia e in Sardegna, dove a Santo Stefano è presente l’unica servitù militare con Guardia del Moro. «Servitù le cui limitazioni non sono così gravose come quelle di tutela ambientale».

La prima giornata del convegno “Isola e demanio” si è conclusa nell’ottica di una sinergia tra pubblico e privato. «L’impegno dell'amministrazione – dichiara il sindaco Luca Montella – è la promessa di trasformare il convegno in un appuntamento nazionale annuo. L’ottica della valorizzazione, così come quella della dismissione, deve poi tener conto dell’importanza della memoria storica che gli immobili pubblici in molti casi ricoprono, tutelandola e rendendola fruibile alla comunità».

Questa mattina, sempre in aula consiliare, l’attenzione si sposta più sulle concrete strade da percorrere per valorizzare i beni demaniali. Un interessante discorso che verrà affrontato con Antonella Giglio, direttore generale Enti locali Regione Sardegna; Amedeo Speranza, Capo ufficio legislativo del ministero dell’Ambiente. Le conclusioni sono affidate a Elisabetta Spitz, ad di Invimit Sgr.

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