La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, dopo gli arresti era ancora attiva la “centrale del crimine”

Stefania Puorro
Olbia, dopo gli arresti era ancora attiva la “centrale del crimine”

I poliziotti, in sinergia con i carabinieri, trovano nella mansarda di via Brigata Sassari altre cartucce, 20mila euro e oro

25 ottobre 2018
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OLBIA. La centrale del crimine di via Brigata Sassari non si è fermata. E la scoperta, dopo il primo blitz dei carabinieri di una settimana fa che ha portato all’arresto di un giovane romeno e al sequestro di droga, biciclette e armi, è stata fatta l’altro ieri mattina dagli uomini dell’anticrimine della polizia guidati dal commissario Lino Collu. Sono stati loro a risalire a un possibile socio di Marian Danut Mindrescu, finito in carcere il 18 ottobre scorso. Si tratta, stavolta, di un giovane slovacco di 33 anni che gli investigatori di via Copenaghen, in un’operazione congiunta con i carabinieri, hanno denunciato per ricettazione e detenzione abusiva di armi. Due le case riconducibili a lui. La prima a Porto Rotondo, nella quale - durante una prima ispezione - i poliziotti non hanno trovato niente di particolare; la seconda, invece, è risultata essere la stessa mansarda trasformata in centrale del crimine nella palazzina di via Brigata Sassari 18E. Proprio dove erano state trovate e sequestrate 42 biciclette di grande valore, tutte rubate durante l’estate ai turisti che hanno soggiornato a Olbia e nel resto della Gallura; quattro chili e mezzo di marijuana, diversi grammi di cocaina, materiale per il confezionamento dello stupefacente, una pistola scacciacani modificata, 49 proiettili e una bomba carta. Oltre a un prezioso registro contabile dove ci sono nomi e cognomi di compratori e acquirenti. Una maxi operazione,inserita all’interno dell’attività denominata “Quartiere Sicuro”, al termine della quale i carabinieri avevano arrestato Mindrescu.

Ma una volta che i militari avevano svuotato la mansarda da tutto quel materiale, il giovane slovacco ha probabilmente pensato che quel luogo fosse assolutamente sicuro e che nessuno lo avrebbe più controllato. Sbagliato. I poliziotti, che avevano su di lui informazioni precise e che sapevano in quali zone e case si muovesse spesso, hanno perquisito nuovamente la mansarda di via Brigata Sassari e lì hanno trovato tanto altro materiale che scotta: altre 80 cartucce per pistola calibro 9, banconote di vario taglio per un valore che sfiora i 20mila euro, diversi oggetti in oro e, infine, in una stanza che si trova al piano terra della stessa palazzina, tre biciclette di valore, sicuramente rubate. C’è da capire se siano rimaste fuori dalla precedente perquisizione, oppure se possano far parte di colpi più recenti.

Ma, in ogni caso, il collegamento è apparso subito chiaro. Il giovane slovacco potrebbe dunque essere uno dei soci del ventunenne romeno che si trova rinchiuso in una cella e ciò fa ipotizzare che anche questo filone di indagine possa portare a nuovi sviluppi. Ecco perché poliziotti e carabinieri hanno operato in sinergia.

Tutto il materiale recuperato è stato sequestrato mentre per lo slovacco è scattata appunto la denuncia per ricettazione e detenzione abusiva di armi.

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