La Nuova Sardegna

Olbia

Arru: Neonatologia e Mater, due certezze

di Stefania Puorro
Arru: Neonatologia e Mater, due certezze

L’assessore incontra i sindaci: l’ospedale d’eccellenza aprirà entro il 5 dicembre. Chiederemo le deroghe per i punti nascita

20 novembre 2018
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OLBIA. Tre certezze. O quasi. La prima riguarda la data di apertura del Mater Olbia: gli ambulatori ad alta specializzazione dovrebbero partire entro il 5 dicembre. La seconda, è il decollo della Neonatologia al Giovanni Paolo II di Olbia. E, infine, per Tempio e La Maddalena, c’è la richiesta imminente di deroga per i punti nascita. Le notizie, una dopo l’altra, sono state date ieri dall’assessore Luigi Arru che ha partecipato alla conferenza socio-sanitaria. Una conferenza “spaccata” a metà (anche se non si tratta di una guerra tra sindaci, la cui unità rimane solida) visto che dall’alta Gallura non è arrivato nessuno. Lo aveva anticipato il sindaco di Tempio Andrea Biancareddu, parlando a nome di tutti i colleghi, e così è stato. Ma stavolta il numero legale c’era: 15 presenti su 26.

Gli occupanti. Ma l’aula della ex Provincia di via Nanni era comunque affollata. E le sedie riservate al pubblico, sono state tutte occupate dal comitato di cittadini che da un mese e mezzo sta occupando il Paolo Merlo. Anche a loro Arru si è rivolto nel momento in cui gli sono state chieste risposte sul futuro dell’ospedale maddalenino. Oltre a confermare che verranno richieste le deroghe dei punti nascita, l’assessore ha detto «che si migliorerà la situazione dell’Oncologia, del Pronto soccorso e della Dialisi, ma che non si potrà far funzionare la camera iperbarica h24 considerando che nel 2017 ci sono stati solo 2 interventi per malattia da decompressione».

Neonatologia. Secondo Arru, non ci sono dubbi sull’apertura della Neonatologia a Olbia. Cinque posti letto, previsti dalla riforma della rete ospedaliere, che consentiranno di assistere tutti i neonati che non hanno necessità di terapia intensiva e che vengono partoriti dopo la 34esima settimana. E il personale? «Un problema che verrà risolto: vorrei ricordare - ha detto Arru - che ci sono in ballo 500 stabilizzazione e 500 nuove assunzioni».

Mater Olbia. L’assessore non ha cambiato di una virgola le sue dichiarazioni.«C’è un unico passaggio tecnico da superare: una determina dirigenziale (perché non è più una questione politica) che consentirà alla Fondazione Gemelli, partner scientifico di Qatar Foundation, di partire con gli ambulatori di alta specializzazione. Entro il 5 dicembre».

I consiglieri regionali. Pierfranco Zanchetta (Upc), che ha letto nei dettagli tutto ciò che la riforma sanitaria prevede per il Paolo Merlo, ha sollecitato l’attuazione della stessa, «dopo un anno e due mesi trascorsi al palo. Solo così si danno risposte concrete ai territori in sofferenza». Sullo stesso piano gli interventidi Giuseppe Fasolino (Forza Italia), che ha anche espresso solidarietà ai colleghi dell’alta Gallura e di Giuseppe Meloni (Pd): quest’ultimo ha chiesto e ottenuto una conferenza socio sanitaria a Tempio, in tempi brevi.

Biancareddu. «Tutte le cose dette, arrivano fuori tempo massimo. Ma sono anche disposto a sottolineare un eventuale risultato, sempre che ci possa essere. Io. Per ora e non da ora - ha sottolineato il sindaco di Tempio- ho di fronte una realtà: un reparto di Ostetricia ancora chiuso e un’emergenza organici sempre più forte. Oltre alla possibilità che anche Otorino diventi un ambulatorio. Crederò dunque a una svolta positiva, solo se e quando la vedrò».

Satta. «E’ un peccato che i sindaci dell’alta Gallura abbiano disertato la conferenza socio-sanitaria - ha chiuso il presidente - perché il confronto con l’assessore Arru è stato diretto e franco. Ribadiamo comunque che i sindaci hanno il dovere di stare vicino alle popolazioni e le loro battaglie, anche in difesa della sanità, sono e saranno sempre anche le nostre».

Medicina territoriale. I sindaci Francesco Ledda (Alà dei Sardi), Piero Sircana (Oschiri), Andrea Nieddu (Berchidda) e Roberto Ragnedda (Arzachena) hanno infine parlato della necessità di potenziare l’attività ambulatoriale dei centri più piccoli.

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