La Nuova Sardegna

Olbia

Ospedale di Tempio declassato, dieci sindaci pronti a dimettersi

L'ospedale Paolo Dettori di Tempio
L'ospedale Paolo Dettori di Tempio

La decisione ribadita davanti al prefetto di Sassari se la Regione non farà retromarcia

27 novembre 2018
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SASSARI. «Se la Regione non farà retromarcia sul declassamento dell'ospedale Paolo Dettori di Tempio, restituiremo le fasce tricolori». Il sindaco di Tempio, Andrea Biancareddu, e i suoi dieci omologhi dell'Alta Gallura, affiancati dal presidente di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, nel pomeriggio di oggi 27 novembre hanno ribadito al prefetto di Sassari, Giuseppe Marani, la loro contrarietà alle scelte della Regione.

In un incontro in Prefettura, a Sassari, gli amministratori hanno rivendicato le ragioni del comitato spontaneo di cittadini che presidia la struttura e dissente dalla riorganizzazione dei servizi sanitari che penalizza il territorio. «Senza iniziative concrete a garanzia del diritto alla salute dell'Alta Gallura - avvertono - siamo pronti a dimetterci». Al prefetto chiedono di farsi portavoce delle loro istanze coi governi regionale e nazionale. Marani ha garantito che medierà per un incontro con l'assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e ha chiesto ai sindaci di rimanere ai propri posti. «Apprezziamo il suo intervento, ha detto che convocherà l'assessore a un incontro decisivo e sulle dimissioni ci ha chiesto di soprassedere - spiega Biancareddu - perché creerebbero un vulnus democratico».

In realtà per il sindaco di Tempio «sono un vulnus democratico anche le promesse non mantenute, le leggi non applicate, i medicinali non fatti arrivare, gli otto mesi di attesa per una visita specialistica, i territori discriminati e una sanità che garantisce solo gli abbienti». Biancareddu ribadisce che «per la Giunta regionale un cittadino di quest'area non ha lo stesso diritto alla salute di uno di Cagliari».

Il sindaco di Tempio è pessimista. «in tre anni abbiamo incontrato tante volte l'assessore e l'Ats, ma nulla è cambiato - conclude - siamo arrivati a prospettare le dimissioni e a rivolgerci al prefetto perché siamo all'ultima spiaggia».

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