La Nuova Sardegna

Olbia

Beffa per i canottieri di Olbia: pagano un capannone al prezzo di un ufficio

Beffa per i canottieri di Olbia: pagano un capannone al prezzo di un ufficio

Per una struttura dell’ex Sep il circolo sborsa 7.500 euro

30 novembre 2018
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OLBIA. Le canoe sono ben sistemate tra le mura di un capannone. Ma il problema è che per la sua sede il Circolo canottieri Olbia paga come se avesse preso in affitto un ufficio. Alla società sportiva sono state infatti applicate delle tariffe che nulla hanno a che vedere con la tipologia della struttura, per un totale di 7.500 euro annui solo per gli spazi interni. Succede in uno dei capannoni dell’ex area Sep che si affaccia sull’insenatura di Porto Romano. E la denuncia arriva da Roberto Ferrilli, il presidente del circolo dei canottieri che conta decine di iscritti. «Anni fa chiedemmo di realizzare una sede in via Escrivà – spiega Ferrilli –. Dopo aver preparato il progetto, ci dissero che tutto ciò non era previsto dal piano regolatore. Quindi l’allora commissario dell’Autorità portuale, Nunzio Martello, ci propose di trasferirci in uno dei capannoni dell’ex area Sep. I costi annuali erano questi: 1.200 euro per gli spazi esterni e 7.500 euro per quelli interni. Accettammo».

Qualche anno dopo, invece, l’amara scoperta. «Sì, abbiamo scoperto che il canone stabilito per le aree coperte non era abbinato alla tipologia dello stabile ma alla nostra attività – continua Ferrilli –. Noi risultiamo infatti come attività di tipo terziario. E se si controllano le tariffe Omi, per terziario si intende uffici. Quindi noi ci ritroviamo a pagare più del doppio di quello che costerebbe un normale capannone. Abbiamo presentato un reclamo, dicendo che non possiamo pagare come se fosse un ufficio uno stanzone che non ha pavimento, riscaldamento, fogna, acqua e luce. Alla fine ci siamo rifiutati di pagare e l’Autorità portuale sta incassando la fideiussione. Non hanno voluto sentire ragioni, andremo in giudizio». Insomma, Ferrilli vuole andare fino in fondo.

«Qui è venuto anche l’attuale presidente dell’authority, Massimo Deiana – conclude il presidente del circolo –. Ci è stato detto che non dipende dall’Autorità ma dal Demanio, che avrebbe applicato la tariffa massima. Insomma, lo Stato anziché aiutare le attività di interesse sociale ci si mette addirittura contro, visto che per le aree coperte paghiamo la bellezza di 7.500 euro. Invece almeno per le aree esterne la classificazione è corretta». Presto l’ex Sep diventerà la sede della cosiddetta università del mare. Il progetto, però, non intaccherà l’attività del circolo. (d.b.)
 

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