La Nuova Sardegna

Olbia

I carabinieri del Noe: "A Spiritu Santu arrivavano rifiuti pericolosi"

Un'immagine della discarica di Spiritu Santu
Un'immagine della discarica di Spiritu Santu

Questi i motivi, secondo i militari, che hanno portato al sequestro di una parte dell'area gestita dal Cipnes

30 novembre 2018
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OLBIA. Fanghi contenenti metalli pesanti e idrocarburi arrivati a Olbia dalla Campania su semirimorchi privi di iscrizione all'Albo nazionale gestione rifiuti per il trasporto sul territorio nazionale di tale tipologia di rifiuto, classificato come pericoloso. Sono questi i motivi, precisati dai carabinieri del Noe di Sassari, che hanno portato al sequestro preventivo di due aree di 400 e 200 metri quadrati all'interno della discarica consortile del Cipnes, a Spiritu Santu.

I militari, guidati dal colonnello Giorgio Sanna, in collaborazione con il Reparto Territoriale di Olbia e la Stazione di Loiri Porto San Paolo, hanno effettuato il sequestro su disposizione della Procura di Tempio e hanno notificato l'avvio indagini ai responsabili del Consorzio Industriale Provinciale Nord-Est Sardegna.

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«Durante l'attività di monitoraggio, avviata fin dal mese di settembre 2018, emergeva che un campione dei fanghi di depurazione arrivati da alcune regioni del sud Italia, prelevato dai militari della Stazione dei carabinieri di Loiri Porto San Paolo, esaminato presso il laboratorio dell'Arpas di Nuoro, risultava contenere idrocarburi e metalli pesanti - spiegano i carabinieri -. Pertanto, secondo la vigente normativa ambientale, doveva essere considerato rifiuto pericoloso, non ricevibile, né lavorabile presso l'impianto di Spiritu Santu. Nel corso degli accertamenti, si appurava inoltre, che i semirimorchi impiegati per il trasporto dei fanghi dalla Campagna, erano privi di iscrizione all'Albo nazionale gestione rifiuti, per il trasporto sul territorio nazionale per tale tipologia di rifiuto, classificato come pericoloso».

L'attività del Noe di Sassari, coordinata dal Procuratore capo di Tempio Pausania, Gregorio Capasso, proseguirà «per meglio ricostruire il percorso e le modalità di gestione dei fanghi di depurazione dichiarati non pericolosi giunti nell'impianto di Olbia»

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