La Nuova Sardegna

Olbia

Stranieri in città: le nuove sfide per l’integrazione

di Stefania Puorro ; w
Stranieri in città: le nuove sfide per l’integrazione

Presentato il dossier statistico di Idos sull’immigrazione Tutti i servizi del Comune per l’accoglienza e il supporto

20 dicembre 2018
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OLBIA. Analisi della realtà, numeri, indagini (negli archivi e sul campo) e criticità. Tutto contenuto nel dossier statistico sull’immigrazione che ogni anno (questa è la ventottesima edizione) viene presentato in Italia, nei capolughi di regione, «per arrivare a una comprensione più esatta di un fenomeno, destinato a riguardarci sempre di più». Parole, queste, del Centro studi e Ricerche Idos, che ha realizzato il dossier in partenariato con il Centro Studi Confronti e con la collaborazione dell’Unar e il cofinanziamento del Fondo Otto per mille della Chiesa Valdesee dell’Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi. Non solo. Hanno dato il loro contributo centinaia di studiosi e ricercatori, con competenze e retaggi culturali differenti.

Ma se il dossier è stato presentato anche a Olbia (ieri, al museo archeologico) non è un caso. E’ stato il Comune, attraverso l’assessorato ai Servizi Sociali, a voler accogliere una tappa. «Proprio perché in città, in rapporto alla sua popolazione - come ha rimarcato Giuseppina Biosa, responsabile dell’Ufficio dei Servizi Sociali e dei Servizi stranieri di Informacittà - vivono moltissimi stranieri. Sono 6200, su 60.000 abitanti Oltre il 10 per cento, insomma. Un dato che va ben oltre la media regionale (3.3%) e quella nazionale (8.5%)».

Ma la presentazione olbiese del dossier, è stata fatta stavolta a misura di ragazzo. E l’idea è stata di Valeria Lai, responsabile di Idos per la Sardegna. «La presenza della scuole - ha detto la Lai - è fondamentale, perché la sensibilizzazione deve partire dai giovani».

A Luca Di Sciullo, presidente del Centro studi e ricerche Idos, il compito di sintetizzare il volume da 500 pagine, mentre l’assessora Simonetta Lai ha sottolineato come il fenomeno, «sia profondamente diverso da come spesso viene descritto. Cosa fanno gli stranieri nel nostro Paese? Hanno consentito a certe professioni, che sarebbero scomparse, di continuare a esistere, Ma nello stesso tempo, molti figli di immigrati nascono qui: diventano medici o avvocati e danno un contributo importantissimo».

Salvatore Deriu, assistente sociale dell’Ufficio stranieri, ha concentrato il suo intervento sui numeri servizi di supporto che garantisce il Comune e sul prezioso lavoro in rete con le scuole, i tribunali, le forze dell’ordine, le associazioni di volontariato.

Ma ha soprattutto parlato di «una città accogliente che risponde bene ai bisogni dei tanti stranieri» mettendo poi l’accento su «un progetto di integrazione abitativa e culturale su cui puntiamo molto. Come si sa, stiamo chiudendo il campo nomadi, con una ricollocazione graduale di 249 persone. E anche in questa occasione - aggiunge Salvatore Deriu -vorrei raccontare un aneddoto, utile a capire come il servizio offerto dal nostro Comune sia credibile per lo straniero e rappresenti al tempo stesso un punto di incontro fondamentale con la popolazione autoctona. Una signora, poco tempo fa, ci ha chiamati dicendo di voler mettere a disposizione un immobile. Ci ha chiesto un aiuto, sottolineando però di aver già individuato una famiglia del campo nomadi da sistemare. Ci sono voluti due mesi e mezzo di duro lavoro, che hanno poi portato alla stipula del contratto, ma ci siamo riusciti. E’ questa la sfida da portare avanti».



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