La Nuova Sardegna

Olbia

Forzano il posto di blocco scarcerati i tre arrestati

di Tiziana Simula
Forzano il posto di blocco scarcerati i tre arrestati

Non si erano fermati all’alt dei militari, a Padru, ed erano fuggiti verso Olbia La tesi difensiva: «Non abbiamo visto i carabinieri». Direttissima il 5 novembre  

04 ottobre 2019
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OLBIA. Sono stati rimessi in libertà senza nessuna misura cautelare i tre uomini – due sardi e un corso – arrestati l’altro ieri notte dai carabinieri di Olbia con l’accusa di aver prima forzato un posto di blocco dei militari a Padru, e poi, di aver insultato e minacciato i carabinieri che li avevano bloccati all’ingresso di Olbia, dopo un inseguimento. A finire in manette sono stati Giuseppe Falchi, residente a San Teodoro, Paolo Cuccu, nato in Sardegna ma residente in Corsica e Federico Vitini, nato ad Ajaccio e residente in Corsica, (tutti tra i 40 e i 55 anni), quest’ultimo alla guida di un’Audi Q8 presa a noleggio. Secondo le accuse, il Suv di grossa cilindrata guidata da Vitini – che viaggiava senza documenti oltre ad essere ubriaco – avrebbe forzato il posto di controllo dei militari, a Padru, fuggendo a tutta velocità. L’auto, dopo un inseguimento, sarebbe stata fermata alle porte di Olbia, nei pressi dell’aeroporto, grazie all’intervento di altre pattuglie dei colleghi di Olbia che erano stati nel frattempo allertati dai carabinieri di Padru. «Non abbiamo visto il posto di blocco di Padru» è la tesi difensiva dei tre arrestati, finiti in cella tutti con l’accusa di resistenza e minacce a pubblico ufficiale e Vitini anche per guida in stato di ebbrezza. I tre, difesi dall’avvocato Lorenzo Soro del Foro di Nuoro, sostituito ieri nell’udienza di convalida dell’arresto dal collega Domenico Putzolu, del Foro di Tempio Pausania, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al giudice monocratico Marcella Pinna. Il pubblico ministero ha sollecitato nei confronti dei tre l’applicazione della misura del divieto di dimora ad Olbia. Il giudice l’ha rigettata e, accogliendo la richiesta della difesa, ha rimesso in libertà Falchi, Cuccu e Vitini senza applicare nessuna misura cautelare e rinviando al 5 novembre per la direttissima.

I tre, secondo una prima ricostruzione dei fatti, avevano partecipato a uno spuntino tra amici nelle campagne di Padru. Lì, c’erano andati dopo aver noleggiato un Suv. Vitini si era messo alla guida della fiammante Audi Q8. Finita la festa, rallegrata com’è consuetudine in questi casi da parecchi bicchieri di vino, i tre amici si sono rimessi in auto per fare rientro a casa. Ma verso l’uscita del paese non si sarebbero fermati all’alt intimato dai carabinieri impegnati in un posto di controllo. Anzi, secondo la ricostruzione dei carabinieri, il conducente avrebbe pigiato ancora di più sull’acceleratore, forzando il posto di blocco e fuggendo a tutta velocità. I tre – questa la tesi difensiva – sostengono invece di non averlo proprio visto quel posto di blocco. I carabinieri di Padru hanno allertato i colleghi di Olbia e dal reparto territoriale guidato dal colonnello Davide Crapa, sono partite due pattuglie del nucleo radiomobile. Il suv è stato bloccato all’ingresso di Olbia. Ma una volta fermato, i tre hanno cominciato a minacciare e a insultare i militari, opponendosi ai controlli e al sequestro dell’auto.

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