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Olbia

Colpo di scena al processo Cristiano bis: da Tempio le carte passano a Napoli

Colpo di scena al processo Cristiano bis: da Tempio le carte passano a Napoli

Il gup del tribunale di Roma ha accolto le eccezioni del difensore dell’ex giudice. L’accusa è ancora la stessa del primo procedimento: corruzione in atti giudiziari

16 ottobre 2019
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OLBIA. Ancora un colpo di scena nella lunga bufera giudiziaria che ha travolto Vincenzo Cristiano, ex giudice del tribunale di Tempio. Il gup del tribunale di Roma, Antonella Minunni, ha deciso: sarà la Procura di Napoli a occuparsi dell’inchiesta bis che vede coinvolto l’ex gip di Tempio, insieme all’imprenditore campano Umberto Galizia. Anche in questo caso l’ex magistrato è accusato di corruzione in atti giudiziari. Esattamente come nel primo procedimento per il quale lo stesso Vincenzo Cristiano è già stato condannato in tribunale a Roma alla pena di cinque anni di reclusione.

Il gup del tribunale di Roma ha sciolto ieri la riserva accogliendo l’istanza del difensore di Cristiano, l’avvocato Giovanni Azzena, che nella precedente udienza aveva eccepito l’incompetenza territoriale del tribunale di Roma, sostenendo che, essendo stato il presunto reato commesso a Napoli (secondo l’accusa, proprio lì Galizia regalò un servizio di piatti a Cristiano), la competenza per giudicare i due imputati spetti al tribunale di Napoli e non a quello di Roma. Una richiesta che era stata condivisa anche dal pubblico ministero Stefano Rocco Fava titolare dell’intera inchiesta che riguarda l’ex magistrato di Tempio.

Secondo la Procura di Roma, Vincenzo Cristiano quando era ancora gip a Tempio avrebbe ricevuto da Galizia dei doni per aver favorito la sua posizione processuale, non convalidando il fermo della polizia giudiziaria per estorsione ed usura e applicandogli, il 13 gennaio 2014, la misura del divieto di dimora nel Comune di Olbia. I regali, ricevuti un anno e mezzo dopo, ad aprile e maggio 2015, sarebbero le stoviglie per il ristorante di San Teodoro di proprietà della società Farvic di cui lo stesso Vincenzo Cristiano era socio, l’utilizzo gratuito di una casa ad Olbia intestata alla sorella di Galizia, e l’intermediazione nell’acquisto di un’auto, una Smart, del valore di 8mila euro acquistata al prezzo di 4mila 500 euro, in una concessionaria di Ischia.

Queste le contestazioni della Procura di Roma. Rigettate dalla difesa che evidenzia come Cristiano e Galizia al momento in cui l’ex gip adottò la misura, il 13 gennaio 2014, non si conoscessero neppure. E che i regali contestati erano stati fatti un anno e mezzo dopo quel fatto, legati al rapporto che era nato successivamente quando Vincenzo Cristiano non si occupava più di quel procedimento. Umberto Galizia è difeso dagli avvocati Antonio di Marco e Riccardo Polidoro. (m.b.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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