La Nuova Sardegna

Olbia

Sessanta km di corsa, sudore e rovi

Sessanta km di corsa, sudore e rovi

Torpè, il successo di Evangelino Chessa all’ultramaratona di Macomer

23 ottobre 2019
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TORPÈ. “Ultra trail” da 60 chilometri, corsa per donne e uomini duri che Evangelino Chessa il maratoneta originario di Torpè è riuscito a concludere con un brillante ottavo posto malgrado la presenza di campioni giunti da tutta Europa. «Macomer Trail, solo la parola tutte le notti mi evocava immagini di sfida – dice l’atleta baroniese che dopo aver preso parte alle maratone più famose del mondo, si è cimentato in questa nuova avventura – La curiosità e le immagini nel vedermi correre in mezzo alla natura mi ha sempre affascinato, vedere le facce dei partecipanti stravolte dalla stanchezza ma felici era troppo interessante e mi chiedevo, se io sarei stato capace di affrontare questo viaggio di 60 km in mezzo al nulla. Sempre cosciente che non poteva essere facile, ma fattibile ci ho provato». Come è nata l’idea di fare questa corsa? «Mi sono iscritto solo due settimane prima preparandomi nei monti di Torpè e nelle spiagge di Posada e Siniscola. Sono partito con l’amico Gesuino Zizzi che mi incoraggia e mi da forza e domenica mentre ritiro il pettorale vedo solo ragazzi continentali, alti e con equipaggiamento da Star. Noi due ci guardiamo e ridiamo. Alle otto la partenza, c è freddo e abituato alle maratone penso ad un avvio fulmineo ma tutti vanno piano. Da lì capisco che la gara sarà davvero dura. Con due ragazzi percorriamo assieme i primi 30 km uscendone graffiati da rovi e fronde». «Da quel momento ognuno va per conto suo – dice – mi perdo un sacco di volte in mezzo al bosco, affronto la montagna con forza e coraggio, le gambe tremano dalla fatica e il freddo si fa sentire ma allo stesso tempo l’adrenalina aumenta e dentro di me c'è disperazione e voglia di piangere ma anche l’allegria di godere di quel momento unico forse irripetibile in mezzo al nulla. Dopo 60km di sali e scendi. Sono stanco, stravolto sudato, impolverato e graffiato – conclude – ma felice di aver portato a termine la mia prima 60km trail. Gli organizzatori mi dicono che sono ottavo assoluto e primo dei master ma non ho più acqua per piangere con i 30 gradi che dalle 11 in poi si sono fatti sentire tutti. È stata un esperienza mentale e fisica fantastica» dice felicissimo Evangelino Chessa “Ringrazio per i suggerimenti Giuseppe Regaldo e Giorgio Nardone e l’amico Gesuino Zizzi e, dedico questa corsa alla dottoressa Annalucia Miscera una cara amica scomparsa da poco». (s.s.)

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