La Nuova Sardegna

Olbia

Il sindaco: «Basta parlare ora aspettiamo il Riesame»

di Tiziana Simula
Il sindaco: «Basta parlare ora aspettiamo il Riesame»

Per la Procura Settimo Nizzi avrebbe commesso abusi edilizi nella villa sul mare Il difensore del tecnico comunale di Golfo Aranci indagato: accuse inconsistenti

25 ottobre 2019
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OLBIA. «Quello che dovevo dire l’ho detto. Non voglio più parlare. Voglio aspettare con serenità la decisione dei giudici del Riesame. Non voglio né inasprire gli animi, né fare battaglie sui giornali su una vicenda che è molto seria per la mia vita». Dopo giorni trascorsi a difendersi e a spiegare che lui non ha commesso nessun abuso edilizio, che la sua villa a Terrata è stata costruita nel rispetto delle leggi, il sindaco Settimo Nizzi, fortemente provato dalla vicenda giudiziaria che l’ha travolto, mette a tacere il suo spirito battagliero. E attende fiducioso l’esito del tribunale del riesame a cui i suoi avvocati difensori Sergio Deiana e Leonardo Salvemini hanno già presentato istanza di dissequestro, dopo che, sabato scorso, sono scattati i sigilli nella sua casa di Golfo Aranci. Sequestro preventivo richiesto dal procuratore Gregorio Capasso e disposto dal gip del tribunale di Tempio Caterina Interlandi.

Nizzi è accusato di presunti abusi edilizi. La Procura gli contesta di aver costruito con concessione edilizia scaduta (da circa 8 mesi), di averlo fatto in una lottizzazione in cui vigeva il vincolo idrogeologico e di aver cambiato la destinazione d’uso del piano seminterrato che da cantina sarebbe stato trasformato in un locale abitabile attrezzato di cucina (essendo attigua a un bagno e a una stanza per la Procura è assimilabile a un appartamento). Contestato anche il colore del fondo della piscina (risultato essere celeste), in contrasto con le prescrizioni. Sotto inchiesta, insieme a lui, sono finiti anche il titolare dell’impresa che ha eseguito i lavori, Luigi Guerri, il direttore dei lavori Giovanni Antonio Spano e il progettista Giorgio Derosas (quest’ultimo con l’accusa di falsità ideologica in certificati). Indagato per falso e abuso d’ufficio anche un impiegato dell’ufficio tecnico del comune di Golfo Aranci, Raimondo Puggioni (noto Dino). Il geometra era stato nominato dal Corpo forestale – che ha poi eseguito il sequestro di villa Nizzi – come ausiliario di polizia giudiziaria con l’incarico di andare nella casa a verificare se tutto fosse conforme alle leggi. E lui, nella sua relazione, aveva scritto che sì, era tutto in regola. Ma per la Procura non è così: l’ausiliario di polizia giudiziaria, stando alle accuse, non avrebbe attestato le irregolarità riscontrate nella villa relativamente al cambio di destinazione d’uso contestato dagli inquirenti e dal gip per il piano seminterrato.

«Per il poco che ho potuto vedere dagli atti, mi sembra che le accuse siano assolutamente inconsistenti nei confronti di un tecnico che ha fatto il proprio lavoro e a cui stanno contestando esclusivamente valutazioni tecniche – dice l’avvocato Carlo Selis, difensore di Puggioni – Il mio assistito ha fatto quanto era nelle sue prerogative e di questo ne darà dimostrazione. Non ha artefatto niente rispetto alla realtà delle cose, non ha nascosto nulla, né ha favorito nessuno».

Il sindaco di Golfo Aranci Mario Mulas si dice «molto dispiaciuto per Nizzi, sia come collega che come amico. E altrettanto dispiaciuto – rimarca – che un dipendente del mio comune sia stato coinvolto nell’inchiesta. Non ho dubbi sulla professionalità, serietà e correttezza dei nostri dipendenti e sono certo che la magistratura, in cui ho piena fiducia, farà presto chiarezza sulla vicenda. Per quanto mi riguarda, in qualità di sindaco e solo a scopo conoscitivo, mi riservo di approfondire la questione con i miei uffici».

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