La Nuova Sardegna

Olbia

Insulti e botte alla ex la Procura: processo per Daniele Ragatzu

di Tiziana Simula
Insulti e botte alla ex la Procura: processo per Daniele Ragatzu

Il calciatore è accusato di maltrattamenti e stalking Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex attaccante dell’Olbia

26 ottobre 2019
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OLBIA. Un talento indiscusso in campo, non altrettanto pregevole – stando alle accuse della magistratura – il suo comportamento nella vita privata. La Procura di Tempio ha chiesto il rinvio a giudizio di Daniele Ragatzu, l’attaccante 28enne del Cagliari prestato per tre stagioni all’Olbia e ritornato lo scorso giugno ai rossoblù, finito nella bufera giudiziaria dopo la denuncia per maltrattamenti e stalking da parte della sua ex convivente. Pesanti le accuse che il sostituto procuratore Ilaria Corbelli contesta alla maglia 26, il quale avrebbe vessato e maltrattato pesantemente quella che è stata prima la sua fidanzata e, poi, la sua convivente. Un comportamento violento dettato da una gelosia ossessionante. Che, stando ai capi d’imputazione, non si sarebbe fermato neanche durante la gravidanza della donna e anche dopo la separazione da lui, quando la giovane era ritornata ad abitare con la sua famiglia, anche questa, minacciata dal calciatore. Una convivenza diventata presto un incubo per la ragazza, sprofondata nell’ansia e nel terrore, dopo essere stata costretta a lasciare il posto di lavoro e a non uscire di casa senza di lui. Mesi e mesi di sofferenza, finché ha trovato il coraggio di denunciarlo. A poco meno di un anno dalla chiusura delle indagini preliminari, per il calciatore – difeso dagli avvocati Giambattista Alimonda e Filippo Pirisi del Foro di Cagliari, mentre la giovane è assistita dall’avvocato Cristina Cherchi del Foro di Tempio – arriva la richiesta di rinvio a giudizio della Procura gallurese.

I fatti denunciati sarebbero stati commessi dall’ottobre 2016 all’ottobre 2017. Un anno di inferno, secondo le accuse, con un crescendo di vessazioni e violenze. I maltrattamenti sarebbero cominciati fin da subito, con quotidiane scenate di gelosia, violenti litigi a aggressioni fisiche e verbali, ma anche con continue pretese di soldi. Richieste diventate sempre più frequenti ed esose fino a prosciugare il conto corrente della sua fidanzata. La gelosia sarebbe diventata sempre più ossessionante, tanto da impedirle di frequentare amici e colleghi, costringendola a un certo punto anche a lasciare il suo posto di lavoro e a non uscire di casa senza di lui. Poi, sarebbero cominciati anche gli schiaffi e i calci. Continuati anche quando lei era rimasta incinta. Stando alle accuse della Procura, la giovane sarebbe stata continuamente mortificata con insulti ed espressioni offensive, colpita in diverse occasioni, con la minaccia di “farla abortire”. Una convivenza diventata sempre più difficile, anche per via dei problemi economici. Fino a quando la giovane ha deciso di allontanarsi dal calciatore e di ritornare a vivere con i suoi genitori. Ma anche dopo la separazione, lui avrebbe continuato a minacciare e a molestare l’ex convivente. Ma anche la sua famiglia, tanto da costringere il padre della vittima a non andare al lavoro per un periodo e a restare a casa per proteggere i familiari.

I comportamenti del calciatore avrebbero fatto sprofondare la sua ex nel terrore, costringendola a ricorrere a cure psicologiche per fronteggiare l’ansia e la paura. Con una vita completamente cambiata rispetto al passato, sempre rinchiusa in casa, senza più un lavoro e una vita sociale.

Da qui, anche la contestazione da parte del pubblico ministero del reato di stalking.

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