La Nuova Sardegna

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allarme ambiente 

Sa Corroncedda terzo esposto in Procura sulla discarica

OLBIA. Un nuovo esposto sull’emergenza rifiuti e sulla bomba ecologica di Sa Corroncedda, da venerdì scorso sotto sequestro, arriva sul tavolo del procuratore Gregorio Capasso. È il terzo che porta...

13 novembre 2019
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OLBIA. Un nuovo esposto sull’emergenza rifiuti e sulla bomba ecologica di Sa Corroncedda, da venerdì scorso sotto sequestro, arriva sul tavolo del procuratore Gregorio Capasso. È il terzo che porta la firma di un nutrito gruppo di cittadini, ora riuniti nel neo comitato ambiente, salute e legalità. Un’unica compagine di cui fanno parte il Comitato popolare 4 corsie Olbia Sassari e il Comitato complanari Olbia Monti, autori dei primi due esposti presentati il 1 e il 18 ottobre, comitati di quartiere di Olbia, sindacati e associazioni di categoria. L’esposto dei cittadini. Un’ennesima denuncia alla magistratura e non solo – l’esposto è stato inviato anche al prefetto, al questore, ai Noe, alla Regione, alla Forestale e all’Ats Sardegna – di fronte al nulla di fatto del consiglio comunale del 31 ottobre, dal quale il comitato dei cittadini si aspettava risposte che, invece, non sono arrivate. «Il Consiglio non ha fornito alcun piano ufficiale di interventi programmatici e risolutivi – spiega il comitato attraverso la portavoce Rita Padre – Per nulla convinti che tutti gli aspetti dell’emergenza siano stati effettivamente recepiti dall’amministrazione, abbiamo presentato un terzo esposto». L’emergenza ambientale. I cittadini rilanciano l’urgenza di un intervento di bonifica nel campo rom di Sa Corroncedda e di un corretto smaltimento dei rifiuti «che con le piogge potrebbe amplificare il rischio di inquinamento del suolo e delle falde acquifere», e denunciano «la crescente percentuale di pazienti oncologici, anche giovanissimi, nel territorio». L’emergenza sociale. Segnalano la condizione di estremo disagio delle cinque famiglie che vivono ancora all’interno del campo rom, senza luce e senza acqua, e denunciano la presenza di «ben sedici micro campi rom privati e non normati, quasi tutti situati in terreni agricoli e alluvionali nei quali vige l’assoluto divieto di edificabilità». (t.s.)

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