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Fine di un incubo per i detenuti ripristinata l’acqua potabile

TEMPIO. Acqua potabile e acqua calda. Finalmente i detenuti del carcere di Nuchis, costretti per oltre due anni a utilizzare bottiglie d’acqua distribuite dall’amministrazione penitenziaria per bere...

16 novembre 2019
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TEMPIO. Acqua potabile e acqua calda. Finalmente i detenuti del carcere di Nuchis, costretti per oltre due anni a utilizzare bottiglie d’acqua distribuite dall’amministrazione penitenziaria per bere e cucinare e a farsi la doccia con acqua fredda, possono godere di questo servizio primario ed essenziale. «Finalmente sgorga acqua potabile dai rubinetti delle celle della Casa di reclusione “Paolo Pittalis” di Tempio Pausania», rimarca la presidente dell’associazione “Socialismo diritti riforme” Maria Grazia Calligaris, sottolineando che la Casa di reclusione di Tempio attualmente sotto la reggenza di Patrizia Incollu, direttrice di “Badu ‘e Carros”, si è distinta in questi anni per le attività destinate ai detenuti che tuttavia hanno subito diverse limitazioni proprio per l’assenza dell’acqua potabile.

«Il superamento di questo disagio – sottolinea la direttrice che, oltre a Nuoro e Tempio ha la responsabilità anche sulla Colonia di Mamone – è per noi motivo di soddisfazione anche perché proprio in questi giorni è stato ripristinato l’uso dell’acqua calda. In queste giornate di freddo intenso non era possibile per i detenuti fare la doccia ghiacciata. Il ripristino del servizio, grazie a un intervento sul boiler, ha tranquillizzato non solo i ristretti ma anche gli operatori penitenziari e i sanitari». A fronte di questa buona notizia, osserva la Calligaris, resta grave il problema della carenza di direttori: «Occorre un’iniziativa seria per porre rimedio a una carenza che aggrava l’inefficienza del sistema penitenziario in Sardegna».

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