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Olbia

Olbia, scoperta badante infedele: rubava gioielli in casa

Olbia, scoperta badante infedele: rubava gioielli in casa

Cinquantenne intrappolata dai carabinieri e costretta a confessare il furto. Una parte del bottino (20mila euro di preziosi) recuperato da un Compro Oro

30 novembre 2019
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OLBIA. Per tre mesi, ha rubato gioielli nell’abitazione della signora per la quale lavorava. Ma la badante infedele è stata scoperta dalla stessa padrona di casa che ha chiesto l’intervento dei carabinieri. Da qui le indagini e la denuncia di una cagliaritana di 50 anni (senza precedenti) che vive a Olbia. Nel corso del tempo è riuscita a mettersi in tasca preziosi per un valore complessivo di 20 mila euro e soltanto una parte è stata recuperata e restituita alla legittima proprietaria.

La badante, prima di diventare una ladra, era stata assunta da una donna di mezza età che vive a Osseddu col compagno e l’anziana madre malata: aveva bisogno di qualcuno che potesse assisterla durante le assenze per lavoro. Tutto è filato liscio, nelle prime settimane. Poi, in quella casa, i gioielli continuavano a dimininuire. Ad accorgersi dell’ammanco è stata la stessa proprietaria che non ha però detto nulla alla badante: è andata a denunciarla, parlando di un furto prolungato nel tempo e messo a segno in più riprese, dallo scorso mese di agosto. I carabinieri della stazione di Olbia Centro in collaborazione con i militari della sezione operativa del nucleo radiomobile del reparto territoriale, a quel punto si sono mossi. E sono arrivati subito a un primo risultato: la sospettata aveva venduto la refurtiva a un “Compro oro” della città.

Con le prove certe in mano, i militari hanno usato uno stratagemma particolare, che non è stato svelato, e hanno portato la ladra a confessare il furto. Per “giustificare” il quale lei avrebbe detto di averlo compiuto per ragioni di necessità a causa di una serie di debiti accumulati.

Il monitoraggio dei “Compro Oro”, i quali dal 2018 hanno vincoli più restrittivi, ha consentito di recuperare una parte dei gioielli che non erano ancora stati mandati in fusione. «In base a ciò che prevede il decreto legislativo 92 del 2017 che mira ad arginare il fenomeno del sommerso e delle attività criminali collegate - si legge in una nota diffusa dal comando provinciale di Sassari - gli operatori devono essere registrati e devono attenersi ad alcuni obblighi sulla tracciabilità del denaro e sull’identificazione dei clienti. Devono anche fotografare e descrivere il prezioso indicando la data e l’ora dell’operazione. Informazioni utilissime, queste, per ricostruire la condotta criminosa compiuta dalla colf». (s.p.)

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