La Nuova Sardegna

Olbia

L’arte a sostegno della protesta delle mamme

L’arte a sostegno della protesta delle mamme

La Maddalena, in un quadro le ecografie di 40 donne che lottano per la riapertura del punto nascite

03 dicembre 2019
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LA MADDALENA. Le oltre quaranta mamme protagoniste della “battaglia dei pancioni” trasformano le ecografie dei loro figli in opere d’arte per sensibilizzare la politica, affinché intervenga in tempi rapidi sulla riapertura del punto nascita della Maddalena.

L’iniziativa ha fatto commuovere l’Europa, un sostegno alla battaglia delle mamme arriva da Dublino e dall’Olanda. L’artista Laura Steerman della lontana Dundrum (Dublin Ireland) ha inviato un quadro da aggiungere alle opere che saranno esposte in una mostra alla Maddalena l’8 dicembre.

Per focalizzare l’attenzione sulla richiesta di deroga del punto nascita, ma ancora prima sulla messa in sicurezza del reparto e dell’intero presidio, non a caso hanno scelto come giorno simbolico quello dedicato all’Immacolata concezione.

Allegato all’opera un video di sostegno, da donna a donna, in cui l’artista augura a tutte le mamme buona fortuna per la loro battaglia. A fine mostra uno dei quadri verrà inviato al senatore Matteo Salvini come pro-memoria delle promesse fatte in campagna elettorale proprio alla Maddalena, dove la Lega ha fatto bottino di voti.

«La realizzazione dei quadri legati alle ecografie dei nostri figli – afferma la portavoce del gruppo, Stefania Terrazzoni -, è una iniziativa forte, emblematica. Lotteremo fino all’ultimo per tutelare i loro diritti e di quelli che verranno al mondo. Durante la mostra sceglieremo un’opera da inviare a Palazzo Madama al senatore Matteo Salvini: un invito per ricordare ai leghisti della Regione Sardegna di mantenere le promesse fatte sul nostro ospedale. Chiediamo azioni concrete e non solo di facciata, la semplice deroga non serve. Per avere una possibilità di riapertura è necessario che il nostro presidio rispetti i parametri previsti dal decreto ministeriale sulle aree disagiate, quindi prima deve essere messo in sicurezza, poi va chiesta la deroga». (w.b.)

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