La Nuova Sardegna

Olbia

Olbia, pugni alla convivente: in manette

di Tiziana Simula
Olbia, pugni alla convivente: in manette

Un 35enne accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Botte alla compagna davanti al figlioletto

11 dicembre 2019
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OLBIA. Lei, col bambino di poco più di un anno in braccio, disperata, correva via di casa e si rifugiava dai vicini o dagli amici per sfuggire all’ira del suo compagno che la picchiava davanti al loro figlioletto. A marzo, l’aveva colpita con un pugno in pieno viso, procurandole un trauma facciale e rompendole un dente. A luglio, le aveva sferrato ancora una volta un pugno, colpendola in testa. Finché i carabinieri della stazione di Olbia centro, delegati dalla Procura di Tempio a svolgere le indagini, hanno arrestato l’uomo, S.I. 35 anni, cittadino romeno, artigiano edile, per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, in esecuzione di una misura cautelare in carcere disposta dal gip del tribunale di Tempio su richiesta della Procura. Un arresto che senza l’entrata in vigore del Codice rosso – che prevede una serie di misure per una pronta risposta a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere – non sarebbe stato disposto, dato che la vittima non ha mai presentato una formale denuncia contro il suo convivente. L’uomo, tra l’altro, aveva precedenti specifici: era stato già arrestato in passato per aver maltrattato una precedente compagna.

L’incubo per la nuova convivente sarebbe cominciato nello scorso mese di marzo. Ad aiutare la donna erano stati i vicini di casa che, sentendo le urla della cinquantenne e il pianto disperato del bambino di appena un 1 anno e nove mesi, davanti a cui l’aveva picchiata, avevano allertato il 112. L’aggressore l’aveva colpita con un pugno in faccia così forte da farle saltare un dente. I militari della sezione radiomobile del Reparto territoriale di Olbia, arrivati nell’abitazione dei due dopo la chiamata dei vicini di casa, avevano denunciato a piede libero l’uomo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

Ma la violenza dell’artigiano edile non si è placata. Qualche mese dopo, a luglio, ancora botte. Un altro pugno, questa volta in testa. E lei, col suo bambino, era fuggita di casa e si era rifugiata nell’abitazione di conoscenti da dove aveva chiesto aiuto ai carabinieri. I militari della stazione di Olbia centro l’avevano accompagnata alla guardia medica che aveva riscontrato i segni delle percosse subite. Da lì è partita l’indagine: i carabinieri hanno sentito testimoni, gli operatori dei servizi sociali e i medici pediatri con l’acquisizione delle cartelle cliniche. A conclusione degli accertamenti, la Procura ha chiesto l’adozione della misura cautelare in carcere, concessa dal gip. L’uomo è stato quindi arrestato e condotto nel carcere di Nuchis. Ieri, assistito dall’avvocato Daniela Peru è comparso davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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