La Nuova Sardegna

Olbia

La Cgil: Sinergest revochi le lettere di licenziamento

di Giandomenico Mele
La Cgil: Sinergest revochi le lettere di licenziamento

Porto, l’allarme del sindacato: sbloccare i lavori nei fondali e nella canaletta Anche la compagnia Corridoni presenta un’offerta per la gestione dei servizi 

12 dicembre 2019
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OLBIA. Dal cassetto delle sollecitazioni il primo indirizzo a spuntare fuori è quello del sindaco. “Settimo Nizzi deve revocare le 35 lettere di licenziamento destinate ai lavoratori della Sinergest”. La Cgil ha srotolato un lungo elenco di problemi relativi al porto di Olbia, ma la segretaria generale della Gallura, Luisa Di Lorenzo, ha scelto l’attualità per affrontare le questioni sul tavolo. La Sinergest parte da favorita per l’aggiudicazione dei tre lotti per la gestione del porto Isola Bianca di Olbia. Ieri a mezzogiorno si è chiusa la prima fase, con la presentazione delle manifestazioni di interesse e la società a capitale misto pubblico privato si troverà davanti solo un concorrente: la compagnia portuale Corridoni. Una candidatura di bandiera, portata avanti per non correre il rischio di rimanere senza offerte, con l’impossibilità di assegnare la gestione del porto. «Sinergest ha manifestato l’interesse per l’aggiudicazione dei tre lotti, sono loro che hanno la responsabilità sociale dei lavoratori – sottolinea la Di Lorenzo -. Per questo chiedo al presidente di Sinergest, il sindaco Settimo Nizzi, di revocare le lettere di licenziamento recapitate ai 35 lavoratori a tempo indeterminato».

Canaletta e fondali. L’attualità non prescinde dai temi dello sviluppo portuale, che rappresentano lo sguardo della Cgil verso il futuro e un pungolo rivolto al presidente dell’Autorità di sistema della Sardegna, Massimo Deiana. Che è stato chiamato in causa come rappresentante più alto in grado di un ente rappresentato come sclerotizzato, al quale qui in Gallura si rimprovera il peccato originale della mancata scelta della sede a Olbia in favore di Cagliari. Così si è chiesto all’Adsp di prendere l’impegno di sbloccare i lavori per il rifacimento del canale di accesso al porto Isola Bianca, portando poi i fondali ad avere un pescaggio di almeno 11 metri. Profondità minima per consentire l’ingresso in sicurezza alle grandi navi, soprattutto da crociera. «Le carenze del porto di Olbia portano riflessi negativi sul fronte del traffico croceristico, qui le navi stanno sempre diminuendo – sottolinea Franco Monaco, delegato confederale ai Trasporti -. L’ampiezza della canaletta doveva essere di 150 metri, invece si ferma a 133. Il fondale dovrebbe essere di una profondità di 11 metri, ma non ci sono verifiche in fase di collaudo. Abbiamo fatto una simulazione sulla nave da crociera Carnival Breeze: per le sue caratteristiche e per entrare a Olbia in sicurezza dovrebbe trovare un fondale di 12 metri e 30 centimetri e una canaletta di accesso di 180 metri».

Porto industriale. Un’altra criticità segnalata dalla Cgil è la mancata approvazione del Piano regolatore del porto, nonostante questo sia stato adottato dalla ex Autorità portuale del nord Sardegna nel lontano 2010. Strumento programmatorio ormai datato, visto che la formulazione risale al 1981, il cui iter si è bloccato dopo la presentazione della Valutazione ambientale strategica del 2014. Ma è soprattutto il porto industriale Cocciani a preoccupare. Le carenze strutturali rischiano di mettere in pericolo il passaggio delle navi merci, almeno quelle di un certo pescaggio, provocando un aggravio di costi per le aziende di settori già fortemente provati dal caro trasporti, come quello lapideo. «Si metta mano alle risorse, che ci sono, per portare a compimento lavori fondamentali», ha sollecitato la Di Lorenzo. Un’ultima sferzata alle autorità competenti.

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