La Nuova Sardegna

Olbia

Farris tra i 600 sindaci contro l’odio

di Sergio Secci
Farris tra i 600 sindaci contro l’odio

Il primo cittadino di Siniscola a Milano alla manifestazione per Liliana Segre

13 dicembre 2019
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SINISCOLA. C’era anche Pierluigi Farris tra gli oltre seicento sindaci arrivati a Milano da tutta Italia per dire no al razzismo e all’intolleranza e testimoniare solidarietà a Liliana Segre senatrice a vita sopravvissuta ai campi di sterminio nazista. Il primo cittadino baroniese in fascia tricolore ha preso parte alla manifestazione “L’odio non ha futuro”, promossa da Anci, Ali e Upi che si è svolta nel centro di Milano con un percorso che si è snodato da piazza Mercanti sino a piazza della Scala.

Una cerimonia che segue di qualche di qualche settimana la delibera del consiglio comunale di Siniscola che ha conferito la cittadinanza onoraria a Liliana Segre come riconoscimento per i suoi alti meriti nella difesa dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Nel corso del dibattito del 26 novembre scorso, la proposta è stata accolta da tutti i consiglieri presenti e maggioranza ed opposizione, hanno votato a favore . «Liliana Segre ha vissuto sulla propria pelle e visto con i propri occhi gli orrori praticati dal regime totalitario nazifascista», è stato detto nell’assemblea. A 9 anni, fu esclusa da scuola a causa delle leggi razziali fasciste del 1938 e considerata diversa rispetto ai suoi compagni in quanto ebrea. A13 anni, fu arrestata e detenuta prima a Varese e poi a Milano poi deportata al campo di concentramento di Auschwitz – per essere liberata il primo maggio del 1945 divenendo così una dei 25 bambini italiani sopravvissuti dei 776 che furono deportati al campo di concentramento nazista. 74 anni dopo esser stata liberate da Auschwitz. Oggi è una senatrice a vita di 89 anni che inspiegabilmente riceve centinaia di messaggi di odio al giorno.

I consiglieri di Siniscola, prima di conferirle la cittadinanza onoraria, ne hanno ricordato soprattutto l’impegno nel trasmettere la sua testimonianza come sopravvissuta ai campi di concentramento, combattendo il disinteresse e la colpevolizzazione della diversità. «Affinché ogni uomo diventi a sua volta testimonianza sincera e profonda di vita e di rispetto reciproco – è scritto nel documento – bisogna dare una risposta forte contro gli innumerevoli episodi di xenofobia e violenza che sempre più sono all’ordine del giorno e che corrodono i valori della Costituzione e di una società realmente civile».

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