La Nuova Sardegna

Olbia

Villa Nizzi, decide la Cassazione

di Tiziana Simula

La Procura presenta ricorso contro il dissequestro dell’abitazione disposto dal tribunale del riesame

21 dicembre 2019
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OLBIA. La Procura di Tempio ha presentato ricorso in Cassazione per l’annullamento dell’ordinanza del tribunale del Riesame che aveva disposto il dissequestro parziale della villa a Golfo Aranci del sindaco di Olbia Settimo Nizzi. I sigilli erano scattati il 22 ottobre scorso per presunti abusi edilizi su richiesta del procuratore Gregorio Capasso e disposti dal gip del tribunale di Tempio Caterina Interlandi. La Procura contesta al sindaco di aver costruito con concessione scaduta, di averlo fatto in una lottizzazione sottoposta a vincolo idrogeologico, di aver cambiato la destinazione d’uso del seminterrato, trasformato in un appartamento, e di non aver rispettato le prescrizioni per i colori della piscina. Il 4 novembre scorso, il tribunale del Riesame, accogliendo le richieste degli avvocati difensori, Sergio Deiana e Leonardo Salvemini, aveva dissequestrato parzialmente la villa, confermando i sigilli solo per la cantina. Che, stando alle accuse della Procura, confermate anche dal Riesame, sarebbe stata trasformata in un locale abitabile dotato di cucina, stanza e bagno. A Nizzi viene contestato il cambio di destinazione d’uso. La giurisprudenza proposta dai difensori non è stata condivisa dal Riesame che evidenziava come «il locale seminterrato risulta rifinito con pavimentazione, intonaci, impianto elettrico e idrico, impianto di condizionamento e di una cucina attrezzata, evidentemente inutili per un locale cantina, la cui realizzazione appare dimostrativa di una modifica della destinazione d’uso, non solo funzionale ma materiale», avevano scritto i magistrati (presidente Salvatore Marinaro) nelle motivazioni.

Ora, il procuratore Capasso chiede alla Cassazione di annullare l’ordinanza di dissequestro parziale disposta dal Riesame. La Procura sostiene che le motivazioni del provvedimento siano illogiche e non adeguatamente argomentate, soprattutto relativamente alla contestazione che riguarda l’inizio dei lavori. Il concetto di “inizio lavori” è inteso in maniera diversa dal Riesame: per stabilire che i lavori sono cominciati entro i termini previsti, per la Procura, occorrono opere importanti e visibili e non semplici scavi predisposti nel cantiere. La difesa, e quindi il Riesame che ha accolto la sua tesi, sostiene, invece, che è sufficiente aver fatto scavi e messo paletti e mezzi all’interno del cantiere per dimostrare che i lavori sono cominciati in tempo e non quando la concessione era scaduta.

«I lavori sono iniziati tempestivamente, l’immobile di Settimo Nizzi è stato edificato nel pieno rispetto della normativa vigente. Il ricorso in Cassazione sarà l’occasione per ribadire quanto già sostenuto ed accertato in sede di Riesame», commentano gli avvocati Deiana e Salvemini. L’ultima parola sul dissequestro parziale spetta ora alla Cassazione.

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